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A Bellosguardo
San Matteo, 12 agosto 1631
Molto Illustre e Amatissimo Signor Padre.
Perché pur vorrei aver grazia che V. S. s’avvicinasse a noi, vo continuamente procurando d’intender quando qui all’intorno ci sia qualche luogo che si deva affittare. E ora di fresco sento esserci la villa del signor Esaù Martellini, la quale è al piano dei Giullari, e confina con noi. Ho voluto avvisarnelo, acciò V. S. possa informarsi se per sorte fosse a suo gusto, il che avrei molto caro, sperando che con questa comodità non starei tanto senza saper qualcosa di lei, come di presente mi avviene, cosa che veramente io tollero malvolentieri; ma connumerando e ricevendo questo insieme con qualche altro poco di disgusto, invece di quelle mortificazioni ch’io per mia negligenza tralascio, mi vo accomodando il meglio ch’io posso a quanto piace a Dio. Oltre che mi persuado che anche a V. S. non manchino intrighi e fastidi d’altro rilievo che non sono i miei, e con questo m’acqueto.
Suor Arcangela, che tanto m’ha dato da pensare, per grazia di Dio sta alquanto meglio, e sebbene assai debole e fiacca si ritrovi, comincia a sollevarsi. E perché avrebbe gusto di mangiare qualche pesciuolo marinato, prega V. S. che gliene faccia provisione di qualcuno per questi prossimi giorni magri. Intanto V. S. procuri di mantenersi sana a questi gran caldi, e di grazia mi scriva un verso. La saluto affettuosamente per parte delle solite, e prego nostro Signore che le conceda la sua santa grazia.
figliuola Affezionatissima
S. M. Celeste.