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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LI CAVAJJERI
E a vvoi da bbravi!1 Cavajjeri jjeri,
Cavajjer oggi, e ccavajjer domani!
E ssempre cavajjeri: e li sovrani
Nun zanno antro che ffà cche ccavajjeri.
Preti, ladri, uffizziali, cammerieri,
Tutti co’ le croscette a li pastrani.2
E oramai si3 le chiedeno li cani,
Dico che jje le danno volentieri.
S’incavajjèra mó cqualunque vizzio:
Vojjo ride però, cco ttanto sguazzo4
De cavajjeri, ar giorno der giudizzio.
Quanno che Ggesucristo, arzanno5 er braccio,
Dirà: “Ssiggnori cavajjer der cazzo,
Ricacàte6 ste crosce,7 e a l’infernaccio.„
21 aprile 1834
- ↑ E tiriamo innanzi così.
- ↑ Agli abiti, alle vesti.
- ↑ Se.
- ↑ Guazzo, profluvio.
- ↑ Alzando.
- ↑ Restituite.
- ↑ Queste croci.
Note
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