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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LI SAN GIUVANNI
Nun c’imbrojjamo co’ le spesce.1 Piano.
Un conto è Ssan Giuvanni Evangelista,
Un antro2 conto San Giuvan Batista,
E un antro San Giuvanni Laterano.
Er primo è cquello c’ha la penna in mano,
L’uscello3 fra le gamme4 e ffa la lista.
Er ziconno5 è la statua c’hai vista
Che bbattezza er Ziggnore in ner Giordano.
Er terzo finarmente è un Zan Giuvanni
Che nun ze pò ssapé6 cchi bbestia sia,7
E nu l’ho mmai capito in quarant’anni.
Sii chi ddiavolo vò,8 cquesto nun preme.
Però cquer Laterano è una pazzia
C’abbi da dì9 ddu’-San-Giuvanni-inzieme.10
24 giugno 1834
- ↑ Non c’imbrogliano colle specie: non confondiamo le cose.
- ↑ Altro.
- ↑ L’uccello.
- ↑ Gambe.
- ↑ Il secondo.
- ↑ Non si può sapere.
- ↑ Sia e sii sono una medesima voce. Sia per solito si dice dal volgo alla fine dei periodi, e sii per entro a quelli.
- ↑ Vuole.
- ↑ Che abbia da dire, significare.
- ↑ Per intelligenza di questo passo è da sapersi che la Chiesa di San Giovanni in Laterano è ugualmente dedicata all’Evangelista e al Battista.
Note
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