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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LI BBECCAMORTI
E cc’affari vòi fà? ggnisuno more:
Sto po’ d’aria cattiva è ggià ffinita:
Tutti attaccati a sta mazzata1 vita...
Oh vva’ a ffà er beccamorto con amore!
Povera cortra2 mia! sta llì ammuffita.
E ssi3 vva de sto passo, e cqua er Ziggnore
Nun allùmina un po’ cquarche ddottore,
La profession der beccamorto è ita.
L’annata bbona fu in ner disciassette.4
Allora sì, in sta piazza, era un bèr vive,5
Ché li morti fioccaveno a ccarrette.
Bbasta; chi ssa! Mmatteo disse jjerzera
C’un beccamorto amico suo je6 scrive
Che cc’è cquarche speranza in sto collèra.7
18 marzo 1834
- ↑ [Ammazzata; maledetta.]
- ↑ Coltre [mortuaria.].
- ↑ E se.
- ↑ Nel 1817, anno del tifo petecchiale.
- ↑ Era un bel vivere.
- ↑ Gli.
- ↑ [In questo colera, che dal 1823 in poi aveva flagellato ora l’una ora l’altraFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte parte d'Europa, e nel 37 invase davvero anche Roma. Cfr. il sonetto: L'incontro ecc., 21 genn. 43.]
Note
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