Questo testo è incompleto.
L'Uditor de la Cammera Er motivo prencipale
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

LI DILITTI D'OGGIGGIORNO

     Don Marco fu cconvinto d’adurterio,
E er Papa l’assorvé ccome innoscente.
Diede in culo a li fijji de Saverio,
E er Papa disse: “Nun è vvero ggnente.„

     Ha ffatto stocchi,1 furti, e un diavolèrio
De fede farze contro tante ggente,
E er Papa se n’e usscito2 serio serio:
“Nun ci vojjamo crede un accidente.„

     Arfine jjeri pe’ vvoler divino
Una spia je soffiò ste du’ parole:
“Santo Padre, don Marco è ggiacubbino.„

     E er zanto Padre, in ner momento istesso,
Sentennose3 toccà ddove je dole,
Lo condannò da lui4 senza proscesso.

4 giugno 1834

  1. Trufferie di danano.
  2. Se n’è uscito: se n’è disimpegnato col dire, ecc.
  3. Sentendosi.
  4. Da sé medesimo.

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.