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La Commare der bon-conzijjo Er povero ladro
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

LI FIJJI DE LI SIGGNORI

     La madre pe’ nnun fàlli1 vienì ggrassi,
Poveri disgrazziati siggnorini,
Li governa a l’usanza de purcini:
E Ddio guardi de noi chi jje ne dassi.2

     Guardeli llì! nnun pareno3 compassi,
Manichi de palette, tajjolini,4
Tiri de campanelli? Accusì ffini
Farebbeno pietà ppuro5 a li sassi.

     Ecco poi che vvor dì,6 mmadracce infame,
Nun métteje7 lo stommico a bbon’ora
D’accordo co’ la gola e cco la fame:

     Ché cquanno co’ st’iniqua educazzione
8 ppoi prelati e ccardinali, allora
Crèpeno, grazziaddio, d’indiggistione.

18 novembre 1833

  1. Per non farli.
  2. Chi gliene dasse.
  3. Non paiono.
  4. Tagliolini: lasagne sottilissime.
  5. Pure.
  6. Che vuol dire.
  7. Mettergli.
  8. Sono.

Note

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