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Er regazzo ggeloso Una lingua nova
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

LI FRATELLI DE LE COMPAGGNIE

     Du’ cose a mmé mme piasceno1, Carluccio,
Che mme j’accennerìa li lampanari.
Una, e cquesta la sai, li piferari:2
E ll’antra, li fratelli cór cappuccio.

     Questi cqui ppoi me sanno tanti cari
Che vvorrebbe3 serralli in d’uno stuccio,
E ariponeli4 poi dove m’accuccio
A ffà er giallo5 da dà a li colorari.

     Doverebbe la ggente tuttacuanta
Mettese cuer cappuccio a ccampanella
Co cquer paro de bbusci6 che tt’incanta:

     Ché ddove pòi trovà mmoda ppiù bbella
Pe’ vvede, sino7 in zettimana santa
De spasseggià pe’ Rroma er Purcinella?


Roma, 2 dicembre 1832

  1. [Piacciono.]
  2. [Vedi le terzine del sonetto: Li ventiscinque novemmre, 18 nov. 1831.]
  3. [Vorrei.]
  4. [Riporli.]
  5. [Cioè, nel cesso.]Fonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte
  6. [Buchi: gli occhi del cappuccio.]
  7. [Per vedere, perfino.]

Note

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