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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1838
LI PENZIERI DELL'OMO
Er chirichetto, appena attunzurato1
Penza a ordinasse2 prete, si3 ha ccervello:
Er prete penza a ddiventà pprelato;
E ’r prelato, se sa,4 ppenza ar cappello.
Er cardinale, si ttu vvòi sapello,5
Penza ’ggnisempre d’arivà ar papato;
E ddar zu’ canto er Papa, poverello!,
Penza a ggòde la pacchia6 c’ha ttrovato.
Su l’esempio de quelle perzoncine
’ggni7 dottore, o impiegato, o mmilitare
Penza a le su’ mesate e a le propine.8
Chi ppianta l’àrbero, penza a li frutti.9
Cqua inzomma, pe rristriggneve10 l’affare,
Oggnuno penza a ssé, Ddio penza a ttutti.
2 settembre 1838
- ↑ Tonsurato.
- ↑ Ordinarsi.
- ↑ Se.
- ↑ Si sa.
- ↑ Se tu vuoi saperlo.
- ↑ Il buon vivere.
- ↑ Ogni.
- ↑ [Variante popolare: Su l'esempio de st' ottime perzone, 'Ggni giudisce, o impiegato, o militare Penza a le su' mesate e a la penzione.]
- ↑ [È un proverbio; e piuttosto che alterarlo, l'autore ha proferito di farne un brutto verso.]
- ↑ Per ristringervi.
Note
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