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L'aricompenza Er pover'omo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

LI POLLI DE LI VITTURALI

     Lo sapémo1 che ttutti sti carretti
De gabbie de galline e cceste d’ova
Viengheno2 da la Marca: ma a cche ggiova
De sapello a nnoantri3 poverelli?

     Pe’ nnoantri la grasscia nun ze4 trova.
Le nostre nun zò5 bbocche da guazzetti.
Noi un tozzo de pane, quattr’ajjetti,6
E ssempre fame vecchia e ffame nova.

     Preti, frati, puttane, cardinali,
Monziggnori, impiegati e bbagarini:
Ecco la ggente che ppô ffà li ssciali.

     Perchè ste sette sorte d’assassini,
Come noantri fussimo animali,
Nun ce fanno mai véde7 li quadrini.

28 ottobre 1833

  1. Sappiamo.
  2. Vengono.
  3. Noi altri.
  4. Non si.
  5. Non sono.
  6. Aglietti.
  7. Vedere.

Note

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