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XXIII

Smette di scrivere contro di lui perché è troppo lunga impresa.

     Cosmico, riposar la penna intendo,
né giá per scriver la mia penna è stanca,
né la materia di te dir mi manca,
anzi piú cresce quanto piú la estendo.
     Ma perché chiaramente ormai comprendo
che tu sei impresa da chi canta in banca,
tardi il conosco, unde il mi batte l’anca,
e l’interrotto stil di amor riprendo.
     Vegio sdignata contra me Madonna,
e se pria mi solea mostrar il volto,
veder mi lassa a pena ora la gonna,
     perché da un bel subietto a un vil sum tolto.
Se piú troverai versi alla colonna,
non seran mei, che non serò piú stolto.

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