< Lirici marinisti < IV
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Autori vari - Lirici marinisti (1910)
Liriche di Agostino Augustini
◄ | IV - Antonio Fortini | IV - Marcantonio Arlotto | ► |
AGOSTINO AUGUSTINI
IL BRACCIERE AVVENTURATO
Filli, a cader da picciol sasso astretta
che duro intoppo al molle piè propose,
per non pestar del sen le vive rose
tutta tremante in sul braccier si getta.
Servo felice! or chi di te piú eletta
sorte vantar può mai, se rovinose
per sostegno puoi dir ch’a due vezzose
sfere d’Amor serví tua man negletta?
Ma che negletta? Per un nuovo segno
degna è d’alzarsi allo stellato velo,
ché diè cadente alla beltá sostegno.
Lo stato tuo, benché di servo, anelo;
ché mi terrei d’Atlante ancor piú degno,
se potessi addossarmi un sí bel cielo.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.