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Monziggnore, sò stato ferito Er chiacchierone
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LO SCORDARELLO

     Di’, tt’aricordi ggnente, Fidirico,
Chi era quello ch’er mastro de scòla,
Disce c’a ttempi sui fesce sciriola1
Ar Papa e lo trattò ccome nimmico?

     L’ho ssu la punta de la lingua dico,
Eppuro... Aspetta un po’, ffiniva in ola.
Andrea? no Andrea; ’na spesce de Nicola
Co un antro nome de casato antico.

     Cristo! sarà ddu’ ora che cce penzo!
Zitto, zitto chè vviè: Cola da... Ccazzo!
L’ho ttrovo, eccolo cqua: Ccola d’Arienzo.

     Sto Cola era ’na bbirba bbuggiarossa:
Co ttutto questo, io sciannerebbe a sguazzo2
C’ariarzassi3 la testa da la fossa.

4 giugno 1835


  1. Tradì il, ecc.
  2. Godrei, nuoterei nel piacere.
  3. Che rialzasse.

Note

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