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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832
LO SPECCHIO DER GOVERNO
Cuanno se vede ch’er Governo nostro
Cammina senza gamme,1 e ttira via:
Cuanno se vede che mmanco Cajjostro2
Saprebbe indovinà cche ccosa sia:
Cuanno er Zommo Pontescife cià mmostro3
Che cqualunque malanno che sse dia
S’abbi d’arimedià co’ un po’ d’inchiostro,
Co un po’ d’incenzo e cquattro avemmaria:
Cuanno se vede che lo Stato sbuzzica,4
E cch’er ladro se succhia tutto er grasso,
E ’r Governo lo guarda e nnu lo stuzzica;
Tu allora che lo vedi de sto passo,
Di’ cch’er Governo è ssimil’a una ruzzica,5
Che ccurre cure sin che ttrova er zasso.
Roma, 28 dicembre 1832
- ↑ Gambe.
- ↑ Giuseppe Balsamo, siciliano, cognominato Cagliostro, famoso impostore del sec. XVIII, e tenuto dal volgo per stregone, il quale implicato nella celebre causa della Collana in Parigi, sotto Luigi XVI, morì poi a Roma nel Castel S. Angiolo.
- ↑ Mostrato.
- ↑ Il buzzico è qui un piccolo vaso d’olio per uso giornaliero di familia. Quindi il verbo sbuzzicare, cioè: “versare e sparger (nel nostro caso) danaro.„
- ↑ Ruzzola, disco.
Note
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