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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LO SPUNTO DE CASSA
“Santo Padre„, disceva er Tesoriere,
“è vvòto1 er piatto p’er Zagro Colleggio.„
E cqui er Papa annò in bestia, e strillò ppeggio
Che nnun strilla un garzon de caffettiere.
E sformava2 a rraggione. Un gabbeggliere3
Nun ha dd’avé mmai vòti in ner conteggio,
Tanto ppiù ppe’ cchi ggode er privileggio
Che jje s’abbi4 da empì ppiatto e bbicchiere.
Co cquella sarza poi de San Bennardo5
C’un cardinale se tiè6 ssempre addosso,
Voi fà cch’er piatto suo soffri7 ritardo?
Va’ a ccercà adesso quer ch’è ggiusto! Ggiusto
Fu impiccato a la Storta;8 e un Pettorosso
Pò ffà ssantificà ppuro9 l’ingiusto.
31 maggio 1834
- ↑ Vedi il Sonetto...
- ↑ Sformare: sformar cappello: prorompere in collera.
- ↑ Gabbelliere.
- ↑ Gli si abbia.
- ↑ Salsa di S. Bernardo: fame. E dicesi qualunque cibo il più grossolano riuscire squisito, allorchè è condito con la salsa di S. Bernardo.
- ↑ Si tiene.
- ↑ Soffra.
- ↑ Proverbio romano. La Storta è la prima posta de’ cavalli uscendo di Roma per la parte settentrionale d’Italia.
- ↑ Pure.
Note
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