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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832
LO STATO DE LO STATO
È vvero che nnoi semo sderelitti,1
Ma ccosa ha dda fà er Papa co’ sta freggna2
De debbiti, de smosse3 e dde delitti
Tutto pe’ vvia de sta settaccia indeggna?
Dico, cos’ha da fà? Pprova, s’ingeggna,
Va ttra una goccia e ll’antra,4 attacca editti,
Opre e sserra bbottega, impeggna e speggna,
S’ajjuta co’ l’apparti e cco l’affitti.5
Però, ppe’ quanto dichi e cquanto facci,
Pe’ cquanto s’arranchelli6 a ddà la leva,
La pietra nun ze move, e ssò affaracci.
Ah! ddisse bbene un omo che ddisceva
C’oggi l’editti cqua ssò ttutti stracci
Che un Papa mette e un stracciarolo leva.
Roma, 28 dicembre 1832
- ↑ Rifiniti, prostrati.
- ↑ Flagello.
- ↑ Commozioni.
- ↑ Va tra un male e l’altro, per evitarli entrambi. Questa frase indirizzasi in Roma scherzevolmente a chi si espone alla pioggia senza ripari.
- ↑ Gli appalti e gli affitti possono attualmente chiamarsi, se non il primo, il secondo flagello pubblico.
- ↑ Si arrampicichi, si sforzi.
Note
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