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Canto decimoquinto

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Ad Andrea Maffei (Epistola)  Pag. 3 


Canto primo  Pag. 16 

Silenzio di Dio. — I suoi ministri imprecano. — Lucifero s’incarna. — Proposizione del poema, ed apostrofe ai critici. — Avvenimento dell’Eroe sul Caucaso, da dove eccita gli uomini alle finali battaglie del pensiero. — S’incontra in Prometeo, che cerca da prima dissuaderlo dall’impresa ch’egli crede inutile e disperata; commosso indi dalle ardite parole di Lucifero, lo prega a volergli narrare la sua storia. — L’Eroe si dispone al racconto.


Canto secondo  Pag. 30 

Incomincia la narrazione. — La Natura e il Pensiero. — Stato primitivo degli uomini; primi e difficili avanzamenti, a cui si oppongono i Numi creati dall’anima inferma degli uomini. — La gran Lite. — La guerra dei Titani: il pensiero e non la forza trionfa dei Numi. — Lucifero non si contenta del cielo; Dio lo fulmina; l’inferno lo accoglie. — Un istinto di amore lo chiama sulla terra. — L’albero della scienza. — La tentazione. — Percosso nuovamente da Dio, ripiomba nell’inferno. — Non mai contento dell’esser suo ritorna sulla terra. — Cristo predica l’amore. — Gli uomini desiderosi del cielo dimenticano la terra. — Lucifero ve li richiama, ed è malamente calunniato.


Canto terzo  Pag. 45 

Lucifero, continuando il racconto, accenna alla venuta dei barbari; ad Ario, che si ribella, fra’ primi, all’autorità ecclesiastica, da cui viene scomunicato nel concilio di Nicea; a Telesio, che scote il giogo scolastico; alla stampa che propaga il pensiero nuovo. — La rivoluzione filosofica in Italia, diventa religiosa in Germania. — Leone X e Lutero. — Il pensiero e la coscienza armano il braccio dei popoli, e la rivoluzione prende l’aspetto politico. — Tirannide monarchica e repubblicana: la libertà sta nel centro. — Rivoluzioni d’Inghilterra, d’America, di Francia. — Il canto della guigliottina. — Fecondità delle rovine. — Rassegna delle principali invenzioni del pensiero umano; dalle quali confortato l’Eroe, predice il suo vicino trionfo. — Finita così la narrazione, si parte, mentre una voce misteriosa annunzia agli uomini la sua venuta.


Canto quarto  Pag. 66 

Lasciato il Caucaso, l’Eroe si dirige verso la Grecia; trascura molti luoghi favolosi, ma ricordasi di Ero, ed apostrofa all’amore e alla morte. — Descrizione di Tempe. — Le bagnanti sorprese. — Il palazzo incantato e la fanciulla misteriosa. — Lucifero arriva; ascolta il canto di Ebe, e le domanda ospitalità. — Accenna in brevi tratti all’esser suo e a quello di Dio, e la commuove di paura e di affetto.


Canto quinto  Pag. 80 

Ebe e Lucifero si amano: l’amore accerta l’Eroe del trionfo. — Si allontanano da Tempe, e giungono nell’Attica. — L’Acropoli di Atene. — Voluttà d’amore fra le rovine. — L’Ombre di Socrate, di Focione, di Codro. — Un mostro appare in sogno all’Eroe, e lo beffeggia. — Onde questi, abbandonando la fanciulla nel sonno, si caccia impaziente ove il destino lo chiama.


Canto sesto  Pag. 94 

L’Eroe naviga verso la Francia. — Rivolge superbe parole alla Natura. — Aurora boreale. — Sermone di frate Iginaldo. — Tempesta e naufragio. — Isolina si raccomanda all’Eroe, che cerca invano salvarla. — Morte di frate Iginaldo. — Lucifero co’l cadavere della fanciulla si avvicina a forza di nuoto alla riva. — Iddio che vuol perderlo ad ogni costo, inveisce contro gli oziosi abitatori del cielo; armasi in fretta, ed è sul punto di scendere in terra per combattere il nemico, quando l’arcangelo Michele lo calma, e scende in sua vece alla pugna. — Sdegnose parole di Lucifero al nemico, la cui spada non riesce a ferirlo. — L’Eroe afferra finalmente la riva, e dà sepolcro alla giovinetta.


Canto settimo  Pag. 112 

Storia di Isolina. — Amore. — Sogno di felicità. — La lettera della madre. — Ultimo commiato. — Lontananza. — La giovinetta abbandona la famiglia e la patria; muove in traccia dell’amor suo, e perisce miseramente tra’ flutti. — Sorge dal sepolcro, ed apparisce a Lucifero; il quale, non potendo ridarle la vita, languisce nell’oblìo di sè stesso. — Una voce interiore lo richiama all’attività, e lo avverte della gran lotta preparata fra la Prussia e la Francia. — Egli ascende sulle Ardenne, e mira i formidabili eserciti che si avanzano. — Alla vista delle aquile imperiali alza inutilmente la voce contro l’ingiustizia di quella guerra.


Canto ottavo  Pag. 130 

La catastrofe di Sédan. — L’ombra di Turenna e la resa. — Lucifero entra in Parigi. — La babilonia delle gazzette. — L’assedio. — Gloria ed obbrobrio a chi spetta. — Un generale francese, trasformato in asino, è condotto al macello. — I Prussiani entrano nella città. L’allocuzione del proletario. — La colonna Vendôme. — L’ombra di Federico. — La petroliera. — Allo spettacolo di tanti eccidj Lucifero si parte, non senza dubitare un istante del suo trionfo.


Canto nono  Pag. 155 

Curiosità dei Celesti e pietosa supposizione dei santi inquisitori alla vista dell’incendio di Parigi. — Pettegolezzi divini. — Profonda risposta di Dio; e confidenze che egli fa a santa Teresa; che perde improvvisamente la ragione. — Lucifero che ha lasciata la Francia, veleggia per l’America. — Apostrofa alla Spagna. — Arriva nel nuovo mondo. — Saluto alla libertà, madre di civili istituzioni. — S’interna in una foresta.


Canto decimo  Pag. 173 

Sorge la notte, e l’Eroe resta smarrito nella foresta, dove prova le sofferenze dell’umana natura. — Lotta con un giaguaro, di cui rimasto vincitore, abbandonasi al sonno. — Iddio, vedendo così travagliato il suo avversario, crede agevole impresa il domarlo. — Lascia il letto, cavalca l’asino di Betlem, e scende in terra. — Trova Lucifero, e cerca da prima con superbe parole, poi con astute promesse venire a patti; ma questi tien fermo, e lo caccia da sè acerbamente. — Liberatosi indi a poco dalla foresta è ospitato dalla povera Sara. — La schiava nera e lo schiavo bianco.


Canto undecimo  Pag. 196 

Canto all’Italia; le tre civiltà; l’Alighieri; l’ultima guerra d’indipendenza; l’ossario di Solferino; il traforo del Cenisio. — Lucifero arriva; apostrofa al Po; scende in Toscana; è ricevuto nella casa d’Egeria, dove si adunano i più famosi geni dell’Arte moderna. — Le donne emancipate; il filologo Macrino; un poeta demagogo; un commentatore di Dante; Delio gazzettiere; il gangetico Assalonne. — Il poeta Olimpio e la sua dama. — Lucifero, creduto spiritista, finge evocar l’ombra del divino poeta; il quale fulmina sdegnosamente poeti svenevoli e atrabilari, drammaturghi da scuola e da piazza, musici intronatori ed istrioni bastardi. — Olimpio, che si offende, sfida l’Eroe a un duello; ma questi si rifiuta con parole di superbo disprezzo.


Canto duodecimo  Pag. 227 

Lucifero giunge in Roma. — La breccia di Porta Pia. — La festa del Colosseo. — Voce d’Israelo. — Voce di Numi. — Voce di Sacerdoti. — Voce di Santi. — Voce di diavoli. — Voce del Tevere. — Voce della Savoia. — Voce della Corsica. — Voce dell’Istria. — Voce di popoli slavi. — Voce dalla Germania. — Spavento dei beati alla nuova che Lucifero è in Roma. — Santa Caterina da Siena, rimproverandoli acerbamente, si offre di scendere in terra e di piegare con la sua eloquenza il nemico. — Iddio, benchè dubbioso del buon successo, glielo accorda; e, mentre ella si dispone a partire, Santa Teresa dà scandaloso spettacolo della sua pazzia.


Canto tredicesimo  Pag. 253 

Santa Caterina alla vista di Lucifero si perde di animo, e invece di convertire lui alla fede, converte sè stessa all’amore. — Alcuni Angeli, sedotti dall’esempio, disertano il cielo, e cantano il desiderio della terrena voluttà. — Ultime ore di Pio IX. ― L’ombra di un frate. — Una vittima delle stragi di Perugia. — Due decapitati. — Straziato da queste apparizioni, il vecchio Pontefice muore, domandando inutilmente perdono.


Canto quattordicesimo  Pag. 272 

Saluto di Lucifero al Sole; tra i raggi del quale rivede l’immagine di Ebe. — Attirato dal mirabile fascino d’amore l’Eroe si solleva per l’aria; traversa gli spazi; giunge in Venere; si confonde con l’amor suo, e procede infino al Sole, da dove alza la voce dell’ultimo giudizio. — I morti di ogni età e di ogni loco risorgono, e s’innalzano dalla terra per assistere al giudizio di Dio. — Rassegna di filosofi; d’istitutori di popoli; di riformatori. — Le vittime domandano vendetta.


Canto quindicesimo  Pag. 293 
La voce di Lucifero spaventa i beati, che si danno scompostamente alla fuga. — San Luigi Gonzaga sviene fra le braccia di Santa Teresa. — Gabriele, non potendo persuadere l’Arcangelo Michele alla pugna, ordinate alla meglio alcune schiere, disponesi alla battaglia. — Santa Cecilia ne lo dissuade; ond’egli lasciato il fiero proposito, s’abbandona voluttuosamente nelle braccia di lei. — Loiola, Domenico di Guzman, Torquemada, Pietro d’Arbues, Sisto e Pio V, ordiscono una frode a Lucifero. — San Pietro abbandona le porte del paradiso. — L’Eroe sventa la congiura, e prorompe luminosamente nel cielo. — I congiurati santi tentano la fuga, e periscono miseramente. — Lucifero arriva alla presenza di Dio, cui trova già fuori di sè, abbandonato da tutti, fuorchè da alcune bestie fedeli. — Tornata vana ogni loro difesa, tramutatosi indarno in diversi aspetti, Iddio muore, mentre l’Eroe ridiscende sul Caucaso, ed annunzia a Prometeo la fine dell’impresa.
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