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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835


MADRE E FIGLIO.

     Lu Bambinellu de San Vestignà,1
Che stalu2 ’n chiesa da li Cappucci,
A piogghia3 li miraculi sa fà
E guarisce milordi4 e contadi.


     Ma la Madonna che ciaìmo5 qua,
Ormai l’ha supiratu ’llu frichì6
Ràprela l’occhi e pare ’oglia parlà7
Con quelle manciolette arzate lì.8

     Li frati Cappuccì dunque pirciò
Crepa d’anguidia;9 e vòle sostené,
Ch’è brau10 ’r Bambinu e la Madonna no.

     Ma responne li preti de quassù,
Che se lu figliulittu sa fà be’,11
Essa è la matre e fa meglio de lu’.12.

Note

  1. San Vestignano: villaggio nella provincia di Macerata.
  2. stato: sta.
  3. A pioggia: in gran quantità.
  4. I signori e la gente per bene sono chiamati milordi dai contadini marchigiani.
  5. Ciaìmo, ci aémo, ci avémo, ci abbiamo.
  6. Quel frichìno: quel bambino.
  7. Voglia parlare.
  8. Manine alzate lì. — La Madonna di Sanginesio, cui si è attribuito il miracolo di aver girato gli occhi, nel quadro dell’Ascensione sta a mani alzate, guardando il Cristo che sale al cielo.
  9. Invidia.
  10. Bravo.
  11. Bene.
  12. Lui
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