Questo testo è completo, ma ancora da rileggere.
Questo testo fa parte della rivista Rivista italiana di numismatica 1890

MEDAGLIE ITALIANE DEL 1889




(Continuazione e fine, vedi Fasc. prec.).


II.


Nell’estate del 1889 re Umberto recavasi a visitare le Paglie, e fermavasi specialmente a Lecce, dove il 23 agosto veniva inaugurato il monumento eretto per voto dei Leccesi a Re Vittorio Emanuele.

Il viaggio reale a Lecce era stato prestabilito per il luglio, e, in fatto, noi troviamo preparata, per il luglio, la medaglia seguente:

28. — Diam. mm. 36.

D/ — Testa nuda a sin. In giro, ai lati: UMBERTO I — RE D’ITALIA.

R/ — Nel campo, in sette linee: LECCE — INAUGURANDO MONUMENTO — A — VITTORIO EMANUELE II — OSPITAVA ESULTANTE – RE UMBERTO I — LUGLIO 1889.

Questa medaglia, eseguita in Milano dall’inc. A. Donzelli, dovette — per la prorogata visita reale — essere riconiata con un nuovo rovescio, portante invece dell’indicazione del mese di Luglio, quella del mese di Agosto.
(Tav. IX, N. 2).

Di questa medaglia furono distribuiti in Lecce numerosi esemplari in bronzo e in argento, con appiccagnolo ed anello entro al quale era passato un nastro di seta dai colori nazionali.

Alla Maestà del Re poi, fu offerta dal Comitato pel monumento a Vittorio Emanuele la seguente medaglia, di diametro speciale, coniata in unico esemplare d’oro.

29. Diam. mm. 52.

D/ — Testa nuda a sin. In giro, ai lati: UMBERTO I — RE D’ITALIA.

R/ — Corona di due rami d’alloro, aperti in alto, intrecciati e annodati da nastro in basso. Nel campo, in sette linee: LECCE — INAUGURANDO MONUMENTO — A — VITTORIO EMANUELE II — OSPITAVA ESULTANTE ― RE UMBERTO I — AGOSTO 1889. Tutt’ingiro alla medaglia, cerchio di perline.

Anche questa medaglia fu eseguita dall’incisore A. Donzelli di Milano.



Seguendo cronologicamente, alla stregua delle medaglie i fatti del 1889, troviamo una medaglia che ricorda il IV congresso internazionale delle società per tram vie a vapore, a cavallo, ecc., riunitosi in Milano nei giorni dal 28 al 31 agosto. La medaglia incisa e coniata nello stabilimento S. Johnson di Milano, fu offerta, in argento ed in bronzo ai congressisti, dalla Deputazione Provinciale di Milano, ed è la seguente:

30. — Diam. mm. 32 (con appiccagnolo ed anellino per nastro).

D/ — Stemma della provincia di Milano, sormontato da corona turrita, e circondato, in fregi, dagli stemmi dei quattro capi-luoghi di circondario; a sinistra, quello di Lodi, in alto, e quello di Monza, in basso; a destra, quello di Abbiategrasso, in alto e quello di Gallarate, in basso.

R/ — Corona di due rami d’alloro, aperti in alto, intrecciati e annodati da nastro in basso. Nel campo in sette righe: OMAGGIO — DELLA PROVINCIA — AL IV CONGRESSO — INTERNAZIONALE — DEI TRAMWAYS MILANO — AGOSTO 1889. Sotto, a destra, dentro la corona in piccolo: S. J. (Stefano Johnson).



L’8 di Agosto, nella villa reale di Capodimonte, sopra Napoli, compianto grandemente da tutta la nazione, cessava di vivere quella splendida, gloriosa incarnazione del più puro e disinteressato patriottismo che fu Benedetto Cairoli.

Medaglie coniate con la data di questo lutto sincero del Re e della Patria, non ne conosciamo. Ma, dopo trenta giorni dalla morte di Cairoli, in Roma, 1’8 settembre, iniziatrice la società dei Reduci dalle Patrie Battaglie presieduta da Menotti Garibaldi, fu fatta di Benedetto Cairoli una commemorazione-apoteosi, trasportandosene un busto marmoreo in Campidoglio. La stessa società dei Reduci, per ricordare questa commemorazione, fece incidere dall’incisore Sirletti, e coniare nella regia zecca di Roma la seguente medaglia, che fu distribuita, in bronzo, alle rappresentanze che alla cerimonia parteciparono:

31. — Diam. mm. 34 (con appiccagnolo e anellino per nastro).

D/ — Busto a sin., testa nuda, abito civile. In giro ai lati: A BENEDETTO — CAIROLI. Sotto: ROMA. Nel taglio del busto: A. Sirletti.

R/ — Campo liscio. In giro: VIII SETTEMBRE MDCCCLXXXIX. In basso, stella a cinque punte.



Nello stesso giorno 8 settembre aveva luogo in Brescia la inaugurazione del monumento equestre eretto alla memoria di Giuseppe Garibaldi. In Brescia, in quel giorno, premiavansi anche i tiratori al bersaglio distintisi nella gara provinciale; e chiudevasi una Esposizione Industriale operaia apertasi alla metà d’agosto.

Queste feste bresciane ci sono ricordate dalle seguenti medaglie:

32. — Diam. mm. 44.

D/ — Gruppo equestre, volto a destra, rappresentante Garibaldi a cavallo con berretto in capo, poncho sulle spalle, sciabola inguainata, e le braccia incrociate sul petto, in atteggiamento d’uomo pensoso. Sotto la linea dell’esergo a sinistra: Johnson; a destra: Milano.

R/ — In mezzo al campo, piccola corona di due rami, di quercia a sinistra, d’alloro a destra, aperti in alto, intrecciati e annodati da nastro, in basso. Dentro la corona, in tre linee: AI — TIRATORI — PREMIATI. In giro esteriormente alla corona: GARA PROVINCIALE DI TIRO A SEGNO. Sotto alla corona, a mo’ d’esergo, in due linee: BRESCIA — SETTEMBRE 1889.

Questa medaglia, riproducente egregiamente nel diritto il monumento scolpito da Eugenio Maccagnani, fu incisa dal bravo A. Cappuccio nello stabilimento S. Johnson di Milano, dove fu, coniata in numero di esemplari limitatamente ai premi da conferirsi per la gara di tiro.

A ricordo particolare dell’inaugurazione del monumento a Garibaldi, veniva poi venduta al prezzo di una lira, per le vie di Brescia, la medaglia seguente, della quale non conosciamo l’autore, né il luogo dove fu coniata:

33. — Diam. mm. 25 (appiccagnolo con anello per passarvi nastro).

D/ — Busto a destra, testa con berretto, di Giuseppe Garibaldi. In alto, ad arco: RICORDO DI BRESCIA.

R/ — Corona di due rami di alloro e di quercia, aperti in alto, intrecciati e annodati in basso. Nel campo, in due linee: SETTEMBRE — 1889.

Una terza medaglia, per le feste bresciane, incisa e coniata anche questa nello stabilimento Johnson di Milano, è la seguente:

34. – Diamm. mm. 38.

D/ Statua, volta a destra, della Vittoria Bresciana. In giro: ESPOSIZIONE INDUSTRIALE OPERAIA PROVINCIALE. Sotto, in esergo: BRESCIA 1889. Accanto alla linea dell’esergo, a sinistra, nel campo: Johnson.

R/ Corona di due rami ricchi, di alloro a sinistra, di quercia a destra, aperti in alto, intrecciati ed annodati da nastro in basso. Campo e giro lisci.



Contemporaneamente alle feste bresciane, aprivasi in Verona, l’8 settembre 1889, il Concorso Agrario Regionale Veneto con Esposizione Industriale. Di questa festa dell’industria abbiamo la seguente medaglia-ricordo, incisa dal Cappuccio e coniata nello stabilimento Johnson di Milano.

35. – Diam. mm. 44.

D/ — Appoggiata a pilastro fregiato dello stemma coronato di Verona, e fra emblemi ed attrezzi delle arti, delle industrie e dell’agricoltura, figura di donna alata stante, di prospetto con l’ali spiegate, con corona di alloro nella sinistra appoggiata al pilastro, ed in atto di porgere corona d’alloro con la destra. In basso, a sinistra, il palazzo della Camera di Commercio di Verona. In giro: ESPOSIZIONE INDUSTRIALE DI VERONA. Al disopra del capo della donna alata, nel campo, stella a cinque punte. Esergo: S. Johnson.

R/ — Veduta della piazza Bra, in Verona, con l’Arena a sinistra, il palazzo del Municipio nel centro, il palazzo della Gran Guardia a destra, e in basso a sinistra, il monumento equestre a Vittorio Emanuele. In alto nel campo, stella a cinque punte in raggi. Esergo: RICORDO 1889. Sotto, ad arco: Stabilimento Johnson Milano.



E un’altra festa dell’industria e dell’agricoltura — una fiera enologica — aveva luogo in Palermo, e ci è ricordata dalla seguente medaglia, incisa dal Cappuccio e coniata nello stabilimento Johnson di Milano:

36. — Diamm. mm. 46.

D/ — Nel campo, Mercurio, nudo, seduto a destra su di una sfera, con in capo il petaso alato, volto a sinistra, con la destra appoggiata a un caduceo capovolto, e con una cornucopia versante monete nella sinistra. Attorno ai piedi di Mercurio, emblemi industriali ed agricoli; dietro di lui, nello sfondo, a sinistra, la veduta del golfo di Palermo, e a destra ponte attraversato da treno ferroviario. Ad arco, nella metà superiore di cerchio rilevato, fra due stellette a sei punte: CAMERA DI COMMERCIO DI PALERMO. Ad arco, nella metà inferiore dello stesso cerchio: FIERA ENOLOGICA 1889. Nel campo, sotto alla linea dell’esergo a sinistra: Johnson.

R/ — Corona di due ricchi rami di alloro, aperti in alto, intrecciati e annodati in basso. Campo e giro, lisci.


Sul finire del Settembre, a’ 22, inauguravasi in Lucca un monumento alla memoria di Garibaldi, e coniavansi per la circostanza, le due seguenti medaglie:

37. — Diam. mm. 61.

D/ — Busto a sin., testa nuda. In giro, ai lati: GIUSEPPE GARIBALDI. Sotto al busto nel campo, a destra: Adolfo Farnesi J.

R/ — In alto, nel campo, stella d’Italia in raggi. Nel campo in sei linee: XXII SETTEMBRE MDCCCLXXXIX. — COMMEMORANDO IL XX ANNIVERSARIO – DI ROMA REDENTA — IL POPOLO LUCCHESE — INNALZO’ IL MONUMENTO — AL VINTO D’ ASPROMONTE E DI MENTANA. Sotto, rami di alloro e di quercia, intrecciati e annodati.

Questa medaglia, incisa dal giovane e distinto incisore lucchese Adolfo Farnesi, figlio del valente incisore Nicola, fu distribuita dal Comitato pel monumento, e messa in commercio al prezzo di L. 5.

Quest’altra invece, eseguita in Firenze dal noto ed eccellente prof. Luigi Giorgi, fu fatta da questi per conto proprio, non venne messa in commercio, e fa coniata in molto limitato numero di esemplari:

38. — Diam. mm. 60.

D/ — Busto, testa nuda. In giro, ai lati: GIUSEPPE GARIBALDI. Sotto al busto: L. Giorgi in Firenze.

R/ — Nel campo, in sei linee: PER L’INAUGURAZIONE — IN LUCCA — DEL MONUMENTO — AL’EROE DEI DUE MONDI — XXII SETTEMBRE — MDCCCLXXXIX.



Dopo queste medaglie, troviamo cronologicamente, quella che ci ricorda il giubileo artistico del maestro Giuseppe Verdi. I cinquant’anni di gloriosa carriera artistica furono compiuti dall’illustre compositore il 17 novembre, e la giunta comunale di Genova — dove il maestro ordinariamente risiede — aveva decretato fino dal 19 settembre 1889 di far coniare, pel 17 novembre, una medaglia d’oro da conferirsi a Verdi, che di Genova è cittadino onorario.

La medaglia fu in breve tempo incisa dall’egregio cav. Speranza Filippo, primo incisore della regia zecca di Roma; e in questa ne furono coniati un esemplare in oro, pochissimi in argento, un centinaio in rame. La presentazione della medaglia fu fatta al maestro quindici giorni dopo la data del giubileo, avendo egli tardato a restituirsi a Genova dalla sua villa di Sant’Agata. La medaglia è la seguente: (Tav. IX, N. 4).

39. — Diam. mm. 69.

D/ — Busto a sin., abito civile, testa nuda: nel taglio del busto: Speranza. In giro: PER IL GIUBILEO ARTISTICO DEL SUO GRANDE CITTADINO ONORARIO. Sotto al busto fra due stellette a cinque punte, in due linee: GENOVA — XVII NOVEMBRE MDCCCLXXXIX.

R/ — Nel campo, in nove linee: A — GIUSEPPE VERDI — GLORIA D’ITALIA — NELL’ARTE DIVINA DELLA MUSICA COI CANTI ISPIRATI — ALL’AMOR DELLA PATRIA — FAUTORE POTENTE — DEL — RISORGIMENTO NAZIONALE.



Quattro giorni dopo il giubileo verdiano, compiva i settanta anni di età ed i cinquanta di gloriosa carriera industriale un uomo grandemente benemerito della industria e del lavoro nazionale, il senatore Alessandro Rossi di Schio.

Ad onore e memoria di questo tenace propugnatore della protezione del lavoro italiano, troviamo, coniate pel 21 novembre 1889, due medaglie.

La prima fu fatta eseguire dallo stesso senatore Bossi, che ne affidò l’incisione e la coniazione all’incisore milanese signor Antonio Donzelli; e qui la descriviamo:

40. — Diam. mm. 70.

D/ — Mare agitato solcato da navi; a destra sole nascente; a sin. nubi. Sulla riva, vecchio pescatore seduto a sin. in atto di raccogliere le reti, circondato da sei figure di giovanetto e fanciulli. Nell’esergo: MEMOR FUI DIERUM ANTIQUORVM. — S. CXLII.

R/ — Nel campo, in cinque linee: ALESSANDRO ROSSI — 1819 • 21 NOVEMBRE • 1889 — Al SUOI COETANEI DI SCHIO — IN ATTESA — DELLA SECONDA VITA.

Il senatore Rossi, il giorno 21 novembre, volendo nella propria onorare la canizie dei suoi coetanei, e condividere con essi tutti la consolazione dei suoi cari, fino dal 1 novembre, aveva invitato i concittadini di Schio, nati dal 1819 in su, a festa comune. E l’invito al geniale convegno era così concepito:

«Caro coetaneo e concittadino,

«Compiendo io 70 anni col 21 di questo mese, mi è venuto il pensiero di passare quel giorno tra i nati di Schio dal 1819 in là che ancora sorvivono a tanti cittadini ed amici e parenti perduti.

«Vi prego di non mancare al mio invito, e ve ne sarò grato.

«Siamo in ottanta; teniamoci in guardia che nessuno di noi sia malato in quel dì.

«Vi noto quale sarà l’orario; e vi saluto cordialmente.

Vostro concittadino

A. Rossi.»

Non è a dire se gl’invitati gradirono la cortese proposta.

E la mattina dei giorno 21, alle ore 10, si trovarono tutti ottanta nel tempio magnifico eretto dal Rossi nella nuova Schio, dove con una messa cantata da mons. Gaetano Rossi, fratello del festeggiato, ed accompagnata dall’orchestra degli operai del Lanificio, indi con un solenne Te Deum resero grazie a Dio del lieto avvenimento.

Dalla chiesa di S. Antonio l’onorando corteo, percorrendo la via maggiore della nuova Schio, passò nel grandioso edificio delle scuole Rossi. Là il munifico invitante ogni cosa aveva disposto per rendere più solenne il giorno della comune allegrezza. Un fotografo ritrasse da prima i convenuti, tutti in gruppo; poi passarono questi nel teatrino annesso alle scuole, dove i giovanetti, figli di operai, che frequentano le istituzioni Rossi, diedero una piacevole e bene adattata rappresentazione. Finita questa, dodici degli stessi giovanetti, entrarono coi convitati nella sala da pranzo, festosamente parata a drappi bianchi e rossi con corone di verde alloro, e, cantata la benedizione della mensa, musica del maestro Fogliardi su versi eccellenti dello stesso senatore Rossi, il pranzo — degno della straordinaria festa — fu signorilmente servito, da dodici prestanti ragazze, già alunne delle scuole Rossi, ed ora lavoratrici nell’opificio.

Al levare delle mense brindarono, d’occasione, un monsignore di Schio ed il senatore Rossi, con caratteristica vivacità. Poi entrarono nella sala cento alunni delle scuole, a cantare un bell’inno in onore del festeggiato; e alla fine dell’inno, il senatore Rossi distribuì a ciascuno dei coetanei un esemplare in argento, del peso di 200 grammi, della medaglia incisa dal Donzelli, e sopra descritta.

Non è compito nostro l’esporre qui il dettaglio di tutte le manifestazioni di festa e di gioia che circondarono, il 21 nov. 1889, il senatore Rossi; e notiamo che sono appunto descritte in un fascicoletto, estratto dal periodico Silvio Pellico (Il giubileo operaio del senatore Alessandro Rossi a Schio — Ricordo della memoranda festa del 21 nov. 1889. — Torino, 1889, Giulio Speirani e figli, tipografi-editori). Ma è di nostra competenza il registrare qui la seconda delle medaglie relative a tale festa, e da noi già accennata. Essa è la seguente (Tav. IX, N. 3).

41. Diam. mm. 64.

D/ — In alto rilievo, donna laureata, seduta a sin., volta a destra col busto ed a sin. col capo, avente nella sinistra una corona d’alloro e nella destra un ramo di quercia; sotto del quale un medaglione portante la testa nuda a destra di Alessandro Rossi. A destra della donna, ruota dentata, e nello sfondo, paesaggio con opificio. Sul basamento, a sinistra: A. Pogliaghi inv. — A. C. inc. Nell’esergo, in lambello: Stabilimento Johnson. Milano.

R/ — Nel campo, in tredici linee: AL – SENATORE – ALESSANDRO ROSSI – NEL SETTANTESIMO SVO NATALIZIO – QVESTA MEMORIA – I CONSIGLIERI I SINDACI — DEL LANIFICIO — CON AFFETTO CON FERVIDI VOTI – CONSACRANO — MILANO – SCHIO — 21 NOVEMBRE — 1889.

Questa medaglia fu offerta al senatore Alessandro Rossi in esemplare d’oro, dai Consiglieri e Sindaci del Lanificio che dal benemerito senatore Rossi prende nome, e la cui sede amministrativa è in Milano. La medaglia fu modellata dal pittore A. Pogliaghi, e incisa squisitamente dall’A. Cappuccio; fu coniata nello Stabilimento S. Johnson di Milano, rimanendone i coni di proprietà dei committenti consiglieri e sindaci del Lanificio i quali, oltre all’esemplare in oro, pochissimi altri in bronzo ne fecero coniare.


Alla fine del dicembre 1889 la città di Firenze festeggiò solennemente il quarto centenario dalla nascita di quella eroico e leggendario capitano popolare che fu Francesco Ferruccio.

Fuvvi un solenne corteo imponente di sodalizi, non che di Firenze e di Toscana, di tutta Italia, che portò corone, in via S. Spirito, alla lapide ricordante la località dove Ferruccio nacque. Poi fu inaugarata una lapide commemorativa nel primo cortile dello storico Palazzo Vecchio; quindi nel salone dei Cinquecento il professore e deputato Giovanni Bovio tenne una conferenza storica e filosofica; poi festosi banchetti, concerti, ecc.

Il Comitato curò, che la commemorazione del 29 dicembre rimanesse ricordata da una medaglia, la cui incisione fu affidata al prof. cav. Luigi Giorgi, di chiara e meritata fama, da questo nuovo lavoro confermata.

La medaglia (Tav. IX, n. 1) è la seguente:

42. — Diam. mm. 52.

D/ — Busto coricato a sinistra, testa nuda. In giro ai lati: FRANCESCO — FERRVCCIO. Sotto al busto: L. Giorgi f. Il tutto in cerchio di perline.

R/ — Cerchio di perline. Nel campo in otto righe: A — FRANCESCO FERRVCCIO — DELLA REPVBBLICA FIORENTINA — VNICO BALVARDO ― VLTIMO SOSPIRO — NEL IV CENTENARIO IL COMITATO — XIV AGOSTO — MDCCCLXXXIX.

La festa commemorativa, realmente, ricorreva il giorno 14 agosto; ma per meglio attuarne la celebrazione fu rinviata al 29 dicembre. L’epigrafe surriferita fu dettata dal prof. Francesco Curzio, presidente del Comitato per le onoranze a Ferruccio.

 


Qui cessa il novero delle medaglie relative a fatti ed a fasti compiutisi o celebratisi nel 1889. Ma ci rimangono da descrivere poche medaglie, che, coniate nel 1889, sotto questa data si possono tuttavia classificare.

Due di queste medaglie portano l’effigie del generale Garibaldi; e sono le seguenti:

43. — Diam. mm. 60.

D/ — Busto di prospetto, testa nuda a sinistra. In giro, ai lati: GIUSEPPE — GARIBALDI. Sotto al busto, ad arco: Gio. Batt. Noto Millefiori.

R/ — Corona di due rami di alloro e di palma, aperti in alto, intrecciati e annodati in basso. Nel campo, sovrapposta a disco, e stante sull’annodatura della corona, Fama seminuda, ad ali spiegate di prospetto, suonante tromba a destra, ed additante con la destra a sinistra.

In alto, nell’apertura dei due rami della corona, stella a cinque punte.

44. — Diam. mm. 30.

D/ — Uguale a quello della medaglia precedente; ma, sotto al busto non si legge il nome dell’incisore.

R/ — Uguale a quello della medaglia precedente; ma la Fama è gradiente a destra.

Questa medaglia, nei suoi due diversi moduli, fu eseguita in Roma dal signor Giovanni Battista Noto Millefiori, non incisore, ma soltanto modellatore distinto, addetto allo studio dell’illustre scultore Monteverde. Nell’aprile del 1887 essendo venuto a morire il chiarissimo comm. Demetrio Canzani, primo incisore nella regia zecca di Milano, il ministero per le finanze indisse in Roma un concorso per la nomina di un successore al Canzani. Al concorso presentaronsi varî distinti incisori italiani, i quali, come d’obbligo presentarono, modellati in cera, in grande dimensione, una testa nuda, a sinistra, di sua Maestà il Re, ed una Vittoria alata; più una medaglia in rame già eseguita nell’anno 1888. Concorse anche il signor G. B. Noto Millefiori, modellatore; ed i suoi eccellenti modelli gli valsero la scelta a primo fra i concorrenti; ma non essendo egli incisore e, però non avendo una medaglia eseguita da presentare, si assunse di eseguirne una — e la esegui appunto nel 18S9, e fu quella in onore di Garibaldi, sopra descritta e del diam. di mm. 60.

Non completamente soddisfatto il ministero per le finanze di questo esperimento, richiese al Noto Millefiori che facesse la riduzione di detta medaglia a metà diametro, valendosi del pantografo esistente nella regia zecca di Roma, ed eseguendo tale riduzione nei locali di detta zecca e sotto la sorveglianza quotidiana di un delegato del ministero delle finanze. Cosi, nel 1889, il signor Noto Millefiori esegui anche la riduzione — accennata al N. 44, con le leggiere varianti indicate; ma, evidentemente, il lavoro non corrispose alle esigenze del ministero per le finanze, giacché l’esito del concorso fu dichiarato nullo; ed un nuovo concorso pel posto di primo incisore alla regia zecca di Milano pare debba essere nuovamente indetto prossimamente.



Un’altra medaglia stata incisa, coniata e messa in commercio nel 1889 è la seguente:

45. — Diam. mm. 70.

D/ — Testa nuda a sinistra. In giro, ai lati: UMBERTO I — RE D’ITALIA. In basso, ad arco: Gaetano Calvi dis. mod. ed inc.

R/ — Nel campo figura simbolica nuda di vecchio laureato, seduto su roccia a sinistra e raffigurante il Tevere, appoggiato con la sinistra, tenente il remo, ad otre dal quale scaturisce acqua. Sotto la figura del Tevere, spiegata, di fronte, con rostro a destra, aquila coronata alla reale, portante sul petto lo scudo sabaudo. A destra, nel campo, le cupole del tempio di San Pietro in Roma; e a sinistra le colonne del Foro e la Grecostasis. In alto, in giro, ad arco: „ INTANGIBILE CONQUISTA. “ Nell’esergo, in tre linee, le prime due orizzontali, e la terza ad arco: TELEGRAMMA DI S. M. UMBERTO I — AL SINDACO DI ROMA — IL XX SET. MDCCCLXXXVI. Sulla linea dell’esergo a sinistra: Gaetano Calvi dis. mod. ed inc.

Questa medaglia ricorda il telegramma che, il 20 settembre 1886, nella ricorrenza del sedicesimo anniversario, dall’entrata delle truppe italiane in Roma, fu mandato dal Re Umberto I al sindaco di Roma, e che, per le parole Roma conquista intangibile, fu accolto con grande favore dalla pubblica opinione, e, come propose il deputato Luciani, fu consacrato in varie medaglie, ultima venuta delle quali quella che qui abbiamo descritta.

Di questa medaglia furono finora eseguiti dal cav. Calvi pochissimi esemplari in bronzo. Un esemplare in argento fu inviato dal cav. Calvi a Sua Maestà, e fu collocato nel gabinetto numismatico di Corte, facendo Sua Maestà significare i propri ringraziamenti all’autore con lettera del ministro Visone in data 3 dicembre 1889.



Altra medaglia — che si può dire dedicata ad Alessandro Volta — coniata nel 1889 è la seguente: . — Diam. mm. 60.

D/ — Busto, testa nuda a destra. In giro, ad arco: ALEXANDRO VOLTAE NOVOCOMENSI V. C. Sotto al busto, nel campo: F. Putinati.

R/ — Campo liscio: corona di due rami d’alloro e di quercia. In giro, ad arco: SOCIETÀ’ ITALIANA DI ELETTRICITÀ’. Sotto, ad arco, su due linee: PER IL PROGRESSO DEGLI STUDII — E DELLE APPLICAZIONI.

Per questa medaglia — la cui leggenda ne dice lo scopo — fu adoperato, pel diritto, il conio inciso dal Putinati nel 1838 per la medaglia commemorativa della inaugurazione del monumento ad Alessandro Volta in Como. Tale conio, posseduto dal municipio comense, fu adoperato già, un’altra volta, per la coniazione della medaglia commemorativa della inaugurazione del monumento a Volta in Pavia il maggio 1878. Nella terza coniazione, del 1889, pare che il vecchio conio abbia alcun poco sofferto; cosicché della medaglia sopra descritta non furono potuti coniare che pochi esemplari.

Il rovescio fu eseguito nello stabilimento S. Johnson in Milano.



Altre medagliette minori, relative al 1889, si potrebbero qui descrivere; ma non hanno, a modesto parer nostro, importanza speciale, generale o locale, né per la storia, nè per l’arte. Se i nostri egregi colleghi altre ne conoscono, meritevoli di particolare attenzione — favoriscano segnalarcele.



Noi chiudiamo qui il nostro arido e semplice lavoro; aggiungendo, a complemento della notizia — data nella prima parte del nostro scritto — sopra il medaglione in onore del Rosmini, che l’esimio scultore G. Cassina non ne fece eseguire 80, ma solamente 38, di detti medaglioni; e del modello in legno fece dono al gabinetto numismatico di Brera.

Milano, 2 settembre 1890.




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