Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
MEDAGLIE ITALIANE DEL 1890
I.
L’indugio involontario nel riferire delle medaglie italiane del 1890, è compensato dalla larga messe che — con maggior tempo dinanzi a noi - abbiamo potuto raccogliere.
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Le medaglie che prime troviamo nel 1890 sono quelle relative alla morte del valoroso principe Amedeo di Savoia, duca d’Aosta, fratello di Sua Maestà, avvenuta in Torino il 18 gennaio 1890, dopo breve decorso di malattia polmonare, annunciatasi con le forme dell’insidiosa influenza.
Le medaglie che si riferiscono a questo lutto della famiglia Reale e della Patria sono le sei seguenti:
1. — Diam. mm. 55.
D/— In giro, in cerchio rilevato, nella metà superiore, fra due crocette: AMEDEO DI SAVOIA DUCA D’AOSTA. In giro nella parte inferiore dello stesso cerchio rilevato: MORTO A TORINO XVIII GENNAIO MDCCCXC- Nel campo la testa nuda, a sinistra, del principe, e sotto di essa: L. Eisel e figlio, Torino.
R/ — In giro, in cerchio rilevato: OMAGGIO E RICORDO DEL MUNIFICO PRINCIPE. Nel campo, in alto, fra nubi, a destra, il santuario di Superga, sormontato dalla stella d’Italia raggiante. Nel mezzo del campo l’aquila reale di Savoia, spiegata, di prospetto, volta col rostro a destra, o poggiando su rami d’alloro e di quercia intrecciati con spada e col gran collare del supremo ordine dell’Annunziata.
Questa medaglia fu eseguita in Torino, e messa in commercio a L. 5 per ogni esemplare in rame dagl’incisori Eisel, padre e figlio.
2. — Diam. mm. 65.
D/ — Busto del principe Amedeo di prospetto, un poco a destra, in uniforme da generale con collare dell’Annunziata e decorazioni, testa nuda. Nel taglio del busto a sinistra: Giov. Vagnetti fece in Roma, 1890.
R/ — Nel campo, in tredici righe: ALLA MEMORIA — DI AMEDEO DI SAVOIA DUCA D'AOSTA — NATO A TORINO IL 30 DI MAGGIO 1845 PER L’INDIPENDENZA D’ITALIA - COMBATTE’ DA PRODE A MONTECROCE - ELETTO RE DAGLI SPAGNOLI - DEPOSE CON DIGNITÀ’ LA CORONA — SDEGNANDO DI MACCHIARLA NELLA GUERRA CIVILE — ESEMPIO DI FRATERNA CONCORDIA ~ PARTECIPO’ COL RE UMBERTO I — AI PERICOLI DEI CONTAGI E ALLE CURE PER L’ESERCITO – TUTTA LA NAZIONE LO PIANSE – QUANDO MORI’ A TORINO IL 18 DI GENNAIO 1890. In basso: Marco Tabarrini dettò.
Questa medaglia fu incisa in Roma e fatta coniare in Firenze, dall’esimio incisore Cav. Giovanni Vagnetti, che ne mise vari esemplari di bronzo in commercio, a L. 10.
3. Diam. mm. 58.
D/ — In giro, ai lati: AMEDEO DI SAVOIA — DUCA D’AOSTA. Busto a destra in uniforme da generale, con collare dell’Annunziata e decorazioni, testa nuda. Sotto al busto: G. O’ Connel coniò, A. Farnesi fece. Più sotto MDCCCXLV — MDCCCXC (date della nascita e della morte del principe).
R/ — Nel campo in sei righe: AI CONGIUNTI DESTINI — DELLA STIRPE E DELLA PATRIA — FEDELMENTE SERVI - PRINCIPE SOLDATO — RE CAVALIERE – DEGNO FIGLIO DEL RE LIBERATORE D’ITALIA.
Questa medaglia (Tav. V, n. 10) fa eseguita con molta cura, e con effetto di molta rassomiglianza nel ritratto del principe, dall’incisore Adolfo di Nicola Farnesi di Lucca, e fu messa in commercio, in rame, a L. 5 l’esemplare.
4. Diam. mm. 60.
D/ — In giro, ai lati: AMEDEO DI SAVOIA — DUCA D’AOSTA. Busto di prospetto, un poco a destra, in uniforme da generale, col collare dell’Annunziata e decorazioni, testa nuda. Nel taglio del busto a sinistra: L. Giorgi f.
R/ — Corona di due rami di alloro e di quercia, aperti in alto, intrecciati e annodati in basso. Nel campo in otto righe: NATO A TORINO — IL XXX MAGGIO MDCCCXLV VI MORIVA NEL XVIII GIORNO - DEL MDCCCXC - AL DOLORE D’ITALIA - PARTECIPO’ LA SPAGNA OVE CON LUI RIFULSE IL NOME DI SAVOIA.
Questa medaglia, dal ritratto molto rassomigliante, fu incisa in Firenze dal prof. Luigi Giorgi, che la mise, in limitato numero di esemplari di bronzo, in commercio al prezzo di L. 10.
5. Diam. mm. 41.
D/ — In giro, su due riglie concentriche: AMEDEO DI SAVOIA DUCA D’AOSTA. NATO A TORINO 30 MAGGIO 1845 MORTO IVI IL 18 GENNAIO 1890 RICORDO DEL VALOROSO INTREPIDO E FILANTROPICO PRINCIPE 24 GIUGNO 1890. Nel campo testa nuda a sinis. del principe; e sotto di essa: L. Eisel, e figlio. In basso piccolo fregio.
R/ — In giro, su due righe concentriche: AUSPICE "SEMPRE AVANTI SAVOIA" COMITATO PERMANENTE NAZ.le PER LE ONORANZE ALLA FAMIGLIA REALE – COL CONCORSO DELLE SOCIETÀ OPERAIE DELL’ESERCITO E CITTADINI DI TUTTA ITALIA. Nel campo, corona di due rami di alloiu o di quercia, aperti in alto, fra i quali la stella d’Italia raggiante, ed intrecciati e annodati da nastro in basso. Dentro la corona, in quattro righe: CUSTOZA — MADRID – BUSCA — NAPOLI.
Questa medaglia, nel diritto della quale il ritratto del principe è lo stesso che vedesi nella medaglia descritta al n. 1, fu eseguita del pari dagli Eisel in Torino, in occasione del pellegrinaggio a Superga, alla tomba del principe, delle società patriottiche e militari di Torino nell’anniversario della battaglia di Custoza (24 giugno 1866), nella quale giornata il principe combatto valorosamente, ed a Montecroce rimase ferito.
6. Diam. mm. 213 (Medaglione senza rovescio).
Nel campo, in medaglione ovale, dentro ghirlanda d’alloro busto nudo di prospetto, un poco a destra; e nel campo, a sinistra, in monogramma G. C. In giro, in cerchio rilevato, ai lati: AMEDEO DI SAVOIA — DUCA D’AOSTA. In alto stella d’Italia. Intorno al medaglione, formanti contorno, a sinistra la figura simbolica della Lealtà, ai cui piedi di prospetto, coricato un leone; ed a destra la figura simbolica del Valore ai cui piedi, fra ramo di quercia, una testa di dragone abbattuto. In alto, corona reale, al disopra della quale lambello svolazzante portante incuse le due date: 30 MAG. 1845 — 18 GEN. 1890; nell’esergo, in fregio, stemma sabaudo.
Questo medaglione, gittato in bronzo, fu modellato in cera dal valente artista milanese signor Giovanni Cassina, del quale nelle medaglie del 1889 descrivemmo, in questa stessa Rivista un medaglione consimile portante l’effigie dell’abate Rosmini. Del medaglione ne furono fatti 40 esemplari, in commercio al prezzo di Lo lire ciascuno; e dei primi esemplari l’autore fece omaggio gradito al Re ed al principe Emanuele Filiberto duca d’Aosta.
Il 20 febbraio 1890 celebravasi in Roma dalla Brigata Aosta (5 e 6 reggimento fanteria) il secondo centenario dalla sua formazione. Dal 1690 in poi questi due reggimenti ebbero sempre comuni le vicende della guerra; e il nome della Brigata Aosta figura in tutte le battaglie per l’unità e per la indipendenza d’Italia.
Per questa festa militare, celebrata specialmente in Roma dove la brigata aveva sede, fu pubblicata una bella storia della Brigata: e fu coniata la seguente medaglia, che fra quelle del 1890 prende il numero
7. Diam. mm. 59.
D/ — In giro ai lati: UMBERTO I – RE D’ITALIA. Testa nuda a sin. Sotto: Speranza.
R/ — Stella d’Italia in alto; e in dodici righe, nel campo: LA BRIGATA AOSTA — CHE DALLE ALPI GRAIE — OVE EBBE ORIGINE E NOME — PORTO’ PER DUE SECOLI — GLORIOSA E SENZA MACCHIA LA SUA BANDIERA – IN TUTTE LE GUERRE ITALICHE – CELEBRA – A ROMA – IL SUO SECONDO CENTENARIO — IL XX FEBBRAIO MDCCCXC.
Questa medaglia fu eseguita dal cav. Speranza, primo incisore della regia zecca di Roma, dove la medaglia fu coniata. Fu spedita in dono alle famiglie dei militari della Brigata che lasciarono la vita combattendo per la patria indipendenza, od ai superstiti che riportarono in guerra ferite, od alle famiglio loro. A pagamento (lire 2,50 in bronzo, e lire 15 in argentei fu spedita a quanti avendo appartenuto alla Brigata no fecero richiesta. Della medaglia furono presentati duo esemplari — uno in argento ed uno in bronzo — a Sua Maestà il giorno 4 marzo da una commissione composta cosi: maggior generale Mocenni, comandante la Brigata, presidente; cav. Tornaghi, colonnello del 5.° fanteria; cav. Valleris maggiore del 5.° e presidente del comitato per le feste centenario; cav. Bianchi, capitano del 5.° Altri esemplari furono presentati alla principessa Letizia, vedova, ed al nuovo duca d’Aosta, principe Emanuele Filiberto, figlio del defunto principe Amedeo, che alla brigata Aosta appartenne per cinque anni; al principe ereditario Vittorio Emanuele, appartenente alla brigata come tenente colonnello del 5.° reggimento; al ministro per la guerra, ten. gen. Bertolè Viale; al capo di stato maggiore dell’esercito, ten. gen. Cosenz; ed al ten. gen. Pallavicini, comandante il IX corpo d’esercito (Roma).
Un’altra festa militare è ricordata dalla medaglia seguente:
8. — Diam. mm. 68.
D/ — In alto, stella d’Italia. In giro, ai lati: UMBERTO I — VITTORIO AMEDEO II. Busti accollati a destra dei due sovrani, in uniforme militare, teste nude. Sotto, sorreggendo i Lusti, lo stemma reale di Savoia, fra due nodi d’amore. Nel campo a sinistra: Johnson. Milano.
R/ — In alto, aquila reale di Savoia, coronata in raggi, spiegata a sinistra; e in quattro righe, nella parte superiore del campo: A MEMORIA CHE IN QUESTO ANNO 1890 IL REGGIMENTO NIZZA CAVALLERIA – CONTA DUE SECOLI DI VITA SACRATA — Al SUOI RE ED ALLA PATRIA. Nella metà inferiore del campo una carica a sinistra di dragoni Nizza. Nell’esergo, targa accartocciata, sormontata da elmo fra quattro lancie incrociate, e portante le date: 1690 — 1890. Nel campo a sin. Pogliaghi mod.; e a destra: Cappuccio inc.
Di questa medaglia veramente ammirevole, (Tav. V, n. 3) l’idea sommaria della composizione venne data dalla commissione del reggimento Nizza incaricata di provvedere ai festeggiamenti; e venne poi svolta e perfezionata, ed in molti punti modificata dal pittore Pogliaghi, il cui lavoro di modellatura trovò un valentissimo interprete nell’incisore Cappuccio, che la esegui nello stabilimento Johnson, dove venne coniata. L’epigrafe del rovescio fu dettata dal maggiore cav. Galeazzo Sartirana.
Le feste bicentenarie del reggimento Nizza Cavalleria furono celebrate nel maggio in Milano dove il reggimento aveva sede; e fu notevole il Torneo dato dagli ufficiali del reggimento nel teatro alla Scala a beneficio della Croce Rossa pei feriti in guerra.
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Un’altra medaglia militare coniata nella zecca di Roma nel marzo 1890 fu quella presentata, in oro, al tenente generale Enrico Cosenz. Eccola, e le inscrizioni ne danno la spiegazione (Tav. V, n. 6).
9. — Diam. mm. 69.
D/ — Aquila spiegata a destra, tenendo fra gli artigli una targa accartocciata, sulla quale in sei linee: 1848 • 1849 • 1859 • 1860 • 1866 • 1870 - VENEZIA • VARESE – S. FERMO • TRE PONTI • MILAZZO — REGGIO • VOLTURNO — ROMA • in basso a destra, nel campo: Speranza.
R/ In alto stella d’Italia raggiante carica della croce sabauda. Nel campo, in undici righe: ENRICO COSENZ — COMPIE — DIECI LUSTRI DI GLORIA MILITARE — IL 1° MARZO MDCCCXC — TENENTE GENERALE CAPO DI STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO LO SERBI IDDIO — ALL’ESERCITO — AL RE ALLA PATRIA GLI UFFIZIALI — DEL CORPO DI STATO MAGGIORE•
Nel marzo del 90 tenne a Milano un corso di prediche quaresimali il celebre predicatore padre Agostino da Montefeltro. Suscitò a Milano l’interesse, la curiosità, lo discussioni che aveva suscitate altrove, e dello sue prediche nella chiesa di San Marco fa coniata, a ricordo, la medaglia seguente:
10. — Diam. mm. 32.
D/ — Busto di prospetto, in tonaca, testa nuda, in giro: PADRE AGOSTINO DA MONTEFELTRO. Sotto al busto, stelletta, fra ornati.
R/ — In cinque riglie nel campo: QUARESIMALE - TENUTO — NELLA CHIESA DI S. MARCO — MILANO — 1890.
Questa medaglia, eseguita dal giovane allievo incisore milanese Costantino Besesti, fu messa in vendita in esemplari in bronzo, al prezzo di 1 lira ciascuno, dall’incisore Vigotti in galleria De Cristoforis.
Un’altra medaglia in onore di padre Agostino fu coniata e messa in commercio a Lucca, al prezzo di L. 5 per ogni esemplare di bronzo, andandone il ricavo per metà a benefizio del pio ricovero per i poveri vecchi, fondato e diretto presso Lucca dalle piccole suore dei poveri.
La medaglia, (Tav. V, n. 2) eseguita dall’artista lucchese Adolfo di Nicola Farnesi, è la seguente:
11 Diam. mm. 46.
D/ — Busto di prospetto, un poco a destra, del padre Agostino da Montefeltro, in tonaca, testa nuda. Sotto al busto, a sin.: A. Farnesi fece.
R/ — In sette righe nel campo: A PERENNE ONORANZA — DEL P. AGOSTINO DA MONTEFELTRO — E A BENEFICIO — DELLE PICCOLE SUORE DEI POVERI - CONSOLATRICI PIETOSE — DELLA VECCHIAIA DERELITTA - MDCCCLXXXX.
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A Milano, il 16 marzo 1890, tenevasi l’assemblea annuale della Società per la Cremazione dei cadaveri; sodalizio fondato l’8 febbraio 1876 dal dottor Gaetano Pini, presieduto dal dottor Malachia De-Cristoforis. A questi i soci, per le benemerenze sue, offrivano un esemplare in oro della medaglia seguente (Tav. V, n. 8):
12. – Diam. mm. 34.
D/ — Nel campo, in cerchio di perline, su mensola ornata dello stemma di Milano, urna cineraria, dietro la quale ramo di palma. In giro alla medaglia, superiormente, fra due stellette: VERMIBUS EREPTI PURO CONSVMIMUR IGNI — ed inferiormente, in giro: INDOCTE VETITUM MENS RENOVATA PETIT. Nel campo, a destra L. Broggi f.
R/ — In giro: COSTANZA VINCE I PREGIUDIZI UMANI. Nel campo corona di due rami di alloro, aporti in alto, annodati in basso; e dentro la corona, in sette righe: AL LORO PRESIDENTE — D.R MALACHIA — DE CRISTOFORIS — I SOCI — DELLA — CREMAZIONE. In basso, esteriormente alla corona: 1890.
La medaglia, finamente eseguita, fu incisa e coniata dall’artista Luigi Broggi, milanese.
Lo stesso giorno 16 marzo, in Lucca inauguravasi in onore di Giuseppe Mazzini un monumento, e la cerimonia è ricordata da questa medaglia (Tav. V, n. 9).
13. Diam. mm. 32.
D/ — Su corona di due rami di alloro aperti in alto, uniti in basso da perlina, testa nuda a sin. intorno alla quale, ai lati: GIUSEPPE — MAZZINI. Sotto al taglio del collo, a destra: Giorgi.
R/ Nel campo, in sei righe: PER — L’INAUGURAZIONE — DEL MONUMENTO — IN LUCCA — XVI MARZO – MDCCCXC.
Questa medaglia fu incisa in Firenze dal lucchese prof. Luigi Giorgi ed ivi coniata, e fu messa in commercio.
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Il 9 febbraio 1890 l’assemblea degli azionisti della Banca Popolare di Bergamo proclamava benemerito della istituzione il cav. avv. Lorenzo Limonta, e deliberava che, come già per il precedente presidente cav. Cesare Ginoulhiac, venisse anche pel cav. Limonta coniata una medaglia d’oro, quale attestato di gratitudine della Banca da lui per ilioci anni presieduta.
La medaglia fu eseguita in Milano dall’incisore Luigi Broggi, adoperandosi pel diritto il conio di proprietà della Banca Popolare di Bergamo, stato eseguito dall’incisore Francesco Broggi nel 1880 e che fu allora adoperato per la medaglia offerta al cav. Ginoulhiac; ed incidendosi dal Broggi Luigi uno speciale rovescio. La medaglia fu offerta al cav. Limonta nell’aprile 180O, ed eccone la descrizione:
14. Diam. mm. 55.
D/ — La figura simbolica della Banca, stante a sinistra. stellata in fronte, con caduceo nella sinistra, appoggiata allo stemma di Bergamo, e porgendo con la destra corona d’alloro, sul capo di genietto nudo che depone una moneta in un salvadanaio. In giro: BANCA MUTUA POPOLARE DI BERGAMO. Nel campo a destra: F. Broggi f. Nell’esergo: 1 GENNAIO 1880.
R/ — Corona di due rami di alloro, aperti in alto, annodati in basso; e in undici righe, nel campo: A — LIMONTA AVV. CAV. LORENZO — PER DUE LUSTRI — ZELANTISSIMO PRESIDENTE — DELLA BANCA — IL CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE — IN OMAGGIO — AL VOTO DI BENEMERENZA - DELL’ASSEMBLEA GENERALE — DEI SOCI — 9 FEBBRAIO 1890.
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A Roma, nel maggio 1890, ebbe luogo una grande gara nazionale di tiro a segno, la quale assunse il carattere di una patriottica manifestazione, intervenendovi oltre ai tiratori d’ogni parte d’Italia, anche numerose rappresentanze straniere.
Parecchie furono le medaglie coniate in tale occasione sia per ricordo della gara, sia come premii ufficiali e particolari; e non è possibile dare qui di tutte la descrizione; né tutte ci fu possibile raccoglierle.
Descriviamo quelle che ci riusci di raccogliere:
15. — Diam. mm. 53.
D/ — Testa galeata di Roma, a destra; e nel taglio del collo: Cappuccio inc. Sotto, dal mezzo a destra: ROMA MDCCCLXXXX. Sotto, a sin.: A. Pogliaghi mod.
R/ — In ghirlanda fasciata di alloro e di quercia, aquila spiegata di prospetto, volta col rostro a sinistra, tenendo con gli artigli due carabine incrociate. Nello sfondo dischi di bersaglio e stella d’Italia. In alto, ad arco: TIRO A SEGNO NAZIONALE. Nel campo a sin. Johnson. Milano.
Questa medaglia-ricordo (Tav. V, n. 5). vendevasi a Roma nel campo del tiro — ebbe meritato successo — ed uscì dall’officina Johnson di Milano.
E dalla stessa officina uscì la seguente, coniata nei tre metalli, e distribuita come premio dal ministero per gl’interni (Tav. V, n. 4).
16. — Diam. mm. 34.
D/ — In contorno, ghirlanda fasciata di alloro e di quercia; e nel campo, in cerchio di perline, l’emblema del Tiro a Segno Nazionale Italiano, formato da aquila reale coronata, spiegata di prospetto, sovrapposta a due carabine in croce, sovrapposte a disco di bersaglio sormontato da corona reale, fra due rami di quercia e di alloro; e poggiando l’aquila su targa col motto: PRO PATRIA ET REGE. Sotto: Johnson. Milano.
R/ — In contorno, ghirlanda di alloro e di quercia, terminata in alto da stolla d’Italia raggiante; in giro di perline, intorno a cerchio rilevato, la dicitura: PREMIO DEL MINISTERO DELL’INTERNO. Nel campo liscio: ROMA — MDCCCXC.
Questa medaglia è sormontata da una corona murale, dal mezzo della quale parte l’appiccagnolo con anello per passarvi dentro un nastro.
Ed eccone altri» due:
17. — Diam. mm. 25 (con appiccicagnolo e anellino).
D/ — In giro, in cerchio rilevato: SOCIETÀ’ DEL TIRO A SEGNO NAZIONALE. In basso, fra due stellette: ROMA. Nel campo, testa galeata a destra di Koma, in giro alla quale, ai lati: ROMA – INTANGIBILE; e sotto: Speranza.
R/ — In alto, stella d’Italia raggiante. Nel campo, in sei righe: RICORDO – AI TIRATORI DELLA – 1a GARA – GENERALE — MAGGIO - 1890.
Come l’epigrafe dice, innesta medaglia era venduta a Roma come ricordo della gara; fu incisa dallo Speranza che, per la testina galeata di Roma, usufruì il punzone adoperato nel 1888 per una medaglietta ricordante la visita di Guglielmo II alla capitale del regno d’Italia; e fu coniata in argento ed in rame nella zecca di Roma. 18. — Diam. mm. 52.
D/ — In giro, ai lati, su due righe: COLUI CHE LA DIFESE — A VISO APERTO — EMPOLI — MCCLX. Busto di Farinata degli Uberti, a sinistra, con berretto in capo. Sotto: Ciocchetti, Siena inc.
R/ — Nel campo: GARA NAZIONALE - ROMA — PREMIO 1890 — • – In giro, superiormente, ad arco: SOCIETÀ’ DEL TIRO A SEGNO; — ed inferiormente, ad arco: MANDAMENTO DI EMPOLI.
Per la gara generale di tiro a segno nazionale in Roma furono stabiliti da varii corpi amministrativi, società mandamentali, ecc., premi speciali. La medaglia sudescritta rappresenta appunto il premio speciale della Società Mandamentale di Empoli. La medaglia, conferita in oro. fu incisa in Siena dall’incisore bresciano Luigi Ciocchetti, avente ivi laboratorio d’incisione; ed il ritratto del Farinata, per la finezza del lavoro, specialmente negli ornamenti che ne fregiano il busto, merita lode.
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Nei mesi di maggio e giugno, per speciale iniziativa del conte e professore De Gubernatis, fu tenuta in Firenze un’esposizione nazionale di lavori femminili, con concorsi artistici e letterari, conferenze, ecc.; il tutto dedicato ed intitolato alla problematica Beatrice Portinari di Dante. Queste feste per Beatrice, oltre all’aver dato occasione ad una gustosa polemica fra dantisti sull’esistenza e sull’essenza di Beatrice e sull’epoca presunta del centenario che appunto con tali feste si voleva celebrato, diedero occasione alla coniazione delle due seguenti medaglie:
19. Diam. mm. 45.
- D/ — Busto, a sinistra di Beatrice in mezzo rilievo, testa velata laureata, in giro ai lati: LUCE INTELLETTUAL — PIENA D’AMORE • Nel taglio del busto a destra: L Giorgi f.
- R/ — Nel campo, dentro ornato a fregi, il giglio fiorentino. In cerchio rilevato, in giro, ad arco, in alto: ESPOSIZIONE BEATRICE • Sotto, in giro, ad arco, fra due rosette: FIRENZE MAGGIO — GIUGNO MDCCCXC •
Questa medaglia — lavoro di una finezza veramente ammirevole — fu eseguita dal cav. Luigi Giorgi più volte ricordato. La commissione fa data dal comitato esecutivo della Esposizione Beatrice: e le medaglie — distribuite a titolo d’onore agli espositori e concorrenti che le meritarono furono otto in oro, cinquanta in argento, e cento in bronzo. Il profilo di Beatrice, magistralmente riprodotto nel diritto fu tolto dal ritratto ideatone da Ary Scheffer.
20. Diam. mm. 38.
D/ — Testa nuda, laureata, di prospetto, un poco a sin., in giro: O BEATRICE DOLCE GUIDA E CARA! sotto: L. Gori e f. i. E più sotto, ad arco; PARAD • C. XXIII.
R/ — Nel campo, in cerchio di perline, il giglio fiorentino. In alto, ad arco: RICORDO DELL’ESPOSIZIONE BEATRICE. Sotto, ad arco, fra due stellette: FIRENZE MAGGIO • GIUGNO MDCCCXC •
Questa medaglia eseguita, col concorso del figlio, dal vecchio incisore fiorentino Gori, veniva venduta come ricordo dell’Esposizione Beatrice.
Oramai nelle abitudini carnevalesche italiane è avvenuto uno spostamento, so pure non si vuol dire che, malgrado le magre risorse economiche, gl’italiani tirano a divertirsi tutto l’anno. Fatto si è che, da qualche anno, i mesi di maggio e di giugno — e queste medaglie nostre lo provano — sono prescelti per ogni maniera di feste.
Cosi Milano, col suo gran premio dei commercio (L. 50.000) con altre gare sportivo inaugurava il suo nuovo turf di San Siro; e dello feste di maggio del 90, il ricordo ci è serbato dallo due medaglie seguenti:
21. — Diam. mm. 48.
D/ — Nel campo, posto a guisa di arco, ferro da cavallo, ornato in alto dallo stemma di Milano, e ai lati da trofei di bandiere e fiori; e alla base di esso due cavalieri torneanti. In alto, ad arco: FESTE DI — MAGGIO.
R/ — Nel campo, gruppo di sei fantini a cavallo in gara di corsa a destra. In alto, ad arco: GRAN PREMIO DEL COMMERCIO. A tergo: MILANO.
Questa medaglia, eseguita dall’incisore milanese Donzelli, venne messa in vendita, in bronzo ed in metallo bianco, come ricordo delle feste di maggio celebrate a Milano.
22. — Diam. mm. 47.
D/ — In cerchio di perline, nel campo, stemma coronato di Milano, ai cui lati, orrizzontalmente, in mezzo al campo, divisa metà per parte, la data: MDC — CCXC; e sotto, a destra: Johnson. In alto, ad arco, fra due rosette: CONCORSO IPPICO. Sotto, ad arco: FESTE DI MAGGIO MILANO.
9’ — In giro: SOCIETÀ’ ITALIANA PER LA CACCIA A CAVALLO. Campo, chiuso da ghirlanda d’alloro, in mezzo alla quale, la targa ornata di fregi: RICORDO. In basso, in scudetto ovale scudellato, in monogramma sormontato da corona reale: S • M • C • C •
Questa medaglia, eseguita finamente nello stabilimento Johnson in Milano, fu coniata nei tre metalli, e non che come ricordo, fu distribuita come premio — con speciale rovescio portante le indicazioni della gara, della categoria ed il nome dei premiati — ai cavalli vincitori nel concorso ippico, tenuto il 20 maggio 90 nell’Arena.
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Nello stesso mese di maggio compieva i trentacinque anni di operosa collaborazione (come direttore) nella ditta industriale milanese A. Binda e C. il sig. ingegnere Francesco Coglia; ed a lui gli azionisti offrivano, in oro, la seguente medaglia:
23. — Diam. mm. 06.
D/ — In giro ai lati: AMBROGIO — BINDA. Busto di prospetto, un poco a sinistra, di Ambrogio Binda, testa nuda. Nel campo, a destra: Johnson.
R/ — Cerchio di perline. Nel campo, in dieci righe: A RICORDO — DI SETTE LUSTRI — DI ONESTA INDEFESSA – COLLABORAZIONE DELL’INGEGNERE — FRANCESCO COGLIA — GLI AZIONISTI — DELLA DITTA A. BINDA E C. — DEDICANO – • – MDCCCXC.
Questa medaglia fu eseguita nello stabilimento Johnson di Milano, ed il ritratto del Binda che campeggia nel diritto fu inciso in modo eccellente e con grande effetto di rassomiglianza, dal valente A. Cappuccio.
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24. La domenica 18 maggio 1800 in Genova veniva reso solenne tributo di onoranze alla memoria dei militari piemontesi stati fucilati nel giugno 1833 come partecipi ai moti rivoluzionari ed alle cospirazioni dei mesi anteriori, preparate dalla Giovane Italia e miranti all’indipendenza ed unificazione d’Italia. Tale solennità ebbe occasione dal rinvenimento delle ossa dei fucilati — Gavotti, Biglia e Miglio — giacenti in dimenticata ed indegna sepoltura, e il 18 maggio 1890 tumulate in forma solenne nel Cimitero monumentale di Staglieno. Per tale occasione il Consolato Operaio di Genova fece riprodurre dall’incisore Ferrea, nel modulo di mm. 40 di diametro, la grande medaglia che per i martiri della Giovane Italia del 1833, del 1834 e del 1844 Mazzini fece incidere in Londra nel 1845.
Il 1 giugno in Vercelli veniva inaugurato un monumento in onore di Giuseppe Garibaldi, e la patriottica festa è ricordata da questa medaglia:
25. — Diam. mm. 38.
D/ — Nel campo, busto di Garibaldi a sin., testa nuda, e sotto a destra: G. Sambonet. In giro, ad arco: INAUGURAZIONE MONUMENTO G. GARIBALDI. Sotto, fra due rosette: 1 GIUGNO 1890.
R/ — Nel campo, in cerchio di perline, fra due rami di alloro, stemma civico di Vercelli, e in giro: COMITATO PERMANENTE DELLE SOCIETÀ’ M. S. – VERCELLI.
Questa medaglia fu incisa in Milano dal Donzelli, e fu distribuita alle rappresentanze ed agli speciali invitati intervenuti in Vercelli all’inaugurazione del monumento a Garibaldi.
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Pel giugno del 1890 radunavansi in Trento, a congresso, i rappresentanti di quella società Pro Patria che aveva per programma, nelle provincie italiane appartenenti alla monarchia Austriaca, di propugnare tutti gl’interessi della nazionalità italiana contrastati dalla nazionalità tedesca e slava, e specialmente la difesa della lingua italiana.
In ricordo del congresso fu coniata questa medaglia:
26. Diam. mm. 38.
D/. — In gruppo gli stemmi delle cinque provincie italiane: Trento (nel mezzo) Trieste (in alto a sinistra), Gorizia (in basso a sinistra) Istria (in alto a destra), e Dalmazia (in basso a destra).
R/ — In quattro righe nel campo: III CONGRESSO — PRO PATRIA TRENTO — GIUGNO 1890 •
Questa medaglia (Tav. V, n. 7) fu incisa e coniata in Milano dall’incisore Luigi Broggi. Subito dopo il congresso, la società Pro Patria fu disciolta nelle provincie italiane soggette all’Austria, e la medaglia (della quale furono fatti 150 esempliiri in bronzo) ha maggior pregio ricordando un’istituzione ed una manifestazione, gli oggetti ed i documenti relativi alle quali furono in Austria colpiti da sequestro.
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Il 26 giugno 1890 il pontefice Leone XIII riceveva in privata udienza monsignore Enrico Folchi vice-camerlengo, commissario per l’amministrazione dei beni della Santa Sede, il quale, insieme al cav. Francesco Bianchi incisore dei sacri palazzi apostolici, presentava a Sua Santità la medaglia storica annuale che viene coniata per la festiva ricorrenza degli apostoli Pietro e Paolo.
La medaglia è questa:
27. Diam. mm. 43.
D/ — Busto a sinistra di Leone XIII, con zucchetto, mezzetta e stola, In giro, ai lati: LEO XIII PON • — MAX • AN • XIII • sotto: F. Bianchi.
R/ — In giro, su due righe, ad arco: TE VINDICE DEVS VINCULA CORRUANT AD LIBERTATEM APOSTOLICAE POTESTATIS • San Pietro, nimbato, seduto, di prospetto, su di un sasso al quale è incatenato, tenendo nella destra una chiave ed avendo la sinistra aperta; e con la testa nuda rivolta a sinistra, verso il cielo. Esergo: A • MDCCCXC • sotto: F. Bianchi.
La dicitura latina di questa medaglia (Tav. V, n. l; fu dettata da mons. Nocella segretario dei brevi ai principi. Della medaglia – coniata nella regia zecca di Roma — furono presentati, il 27 giugno al papa trenta esemplari in oro ed altrettanti in argento, racchiusi in astucci con lo stemma pontificio.
E con questa medaglia chiudiamo la prima parte di questa nostra rivista delle medaglie italiane del 1890.
Milano, 4 giugno 1892.