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La vittura auffa La testa de ferro
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

MEDITAZZIONE

     Morte scerta, ora incerta, anima mia.
La Morte sa ttirà ccerte sassate
Capasce de sfasscià ll’invetrïate1
Inzino ar Barbanera e ar Casamia.2

     Contro er Ziggnore nun ze trova spia;
Epperò, ggente, state preparate,
Pe’ vvia che Ccristo cuanno nun sputate3
Viè ccome un ladro4 e vve se porta via.

     Li Santi, che ssò ssanti, a ste raggione
Je s’aggriccia la carne pe’ spavento,
E jje se fa la pelle de cappone.

     Un terremoto, un lampo, un svenimento,
Un crapiccio5 der Papa, un cazzottone,
Pò mmannavve a ffà fotte in un momento.


Roma, 12 gennaio 1833

  1. Occhiali.
  2. Due astrologi.
  3. “Qua hora non putatis.„
  4. “Veniam tamquam fur.„
  5. Capriccio.

Note

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