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I semplici pastori Mantua, che lieta di bei laghi in seno
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni eroiche di Gabriello Chiabrera


XXIX

PER MARCANTONIO COLONNA IL VECCHIO

Difese Verona da’ francesi.

Mentre altier fulminava
     Chiuso tenendo il forte petto e ’l tergo,
     Dentro dorato usbergo,
     Là dove Adige lava,
     5Videro Euterpe e Clio, coppia canora,
     Il mio gran Colonnese,
     Delle cui palme Italia alma s’onora;
     E le sublimi imprese
     Féro sonar quanto Ippocrene infiora
     10Il Castalio paese:
     Or dolce il cor mi tocca
     Febo a rinnovellar sua gloria antica;
     E perchè dolee io dica,
     Di mel m’empie la bocca.
15Deh chi mi dà la lira,
     Sulle cui corde è buon poeta arciero?
     Tacersi è rio pensiero,
     Se il Cielo a dir ne ispira.
     Qual per le piagge Mauritane ardenti
     20Il gran Re delle fere,
     Se mira incontra sè selve pungenti,
     Scuote le giubbe altere,
     Ed empie di terror spumoso i denti
     Le cacciatrici schiere;
     25Tal nel più fier periglio
     Tremaro il gran Roman l’armi di Francia,
     O s’ei vibrò la lancia,
     O se rivolse il ciglio.
Ma io tra il vulgo di rossor non porto
     30Le guance mai cosparse,
     Se corto canto, o citareggio corto;
     Taccia il vulgo; bell’arte
     E per breve sentir condursi in porto.
     O progenie di Marte,
     35Dell’ali tue men forte
     Aquila poggia, ancorchè d’Ida al monte
     Rapì la bella fronte
     Per la stellante Corte.

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