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Oh Dio! che cari e preziosi pianti Breve cerchio d'òr fin, che di splendore
Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/I sonetti amorosi


xxi

la sua donna

che piange sopra un fanciullo morto.

     Mentre che ’l caro pargoletto estinto
di pure e calde lagrimette onora
la bella donna, e ’l viso ombra e scolora,
che di nova pietá langue dipinto;
     lo mio dolente cor, che né pur finto
pianto mai trasse de’ begli occhi ancora,
sorge qual fior, cui bagna amica aurora,
giá da nemico Sol percosso e vinto.
     Lasso! ma che mi val, s’Amor che ride
ne’ bei lumi piangenti, entro quel rio
gli strali affina, onde quest’alma ancide?
     Anzi quel pianto in un spietato e pio
ne’ miei trasfonde, e con nòv’arti infide
versa per que’ begli occhi il pianto mio.

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