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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Pompeo Figari
VI
Mie deluse speranze! Io già credea
Per man di lontananza il cuor disciolto;
E nell’obblio l’antico anor sepolto,
Della mia libertà fra me godea.
5Ma di questa, non so se Donna, o Dea,
Riveggio folgorare appena il volto,
Che nuovamente entro a’ suoi lacci avvolto
Torno ad amar chi di mia morte è rea.
Tale, ahi lasso!, Uom, che nacque altrui soggetto,
10Se mai da lungi l’odiosa e dura
Catena obblìa, poi da vicin n’è stretto.
Tal, se lungi dal Sole onda s’indura,
Prova, stemprata al di lui primo aspetto,
Che sembiante cangiò ma non natura.
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