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V1


Monarca invitto, che col braccio forte
     Da’ barbarici insulti Europa affidi,
     Già sul Savo incontrar l’ultima sorte
     Dall’armi tue popoli immensi infidi:
5Già quell’Eroe, nel cui valor confidi,
     L’Asia omai di terrore empie, e di morte:
     Or varca lieto di Bizanzio a i lidi,
     Che Iddio te n’apre di sua man le porte.
Quivi il suo santo, almo vessillo alzando,
     10Al serto Occidental i lauri Coi
     Ricongiunti vedrai sulla tua chioma.
Che scelto ei t’ha dopo tant’Avi tuoi,
     Il torto a vendicar sì memorando,
     Che i figli fer del gran Teodosio a Roma.

  1. All’augustissimo Imperatore Carlo VI.


Traduz. del preced. Sonetto di Pietro Bonaventura Savini.


Carle, magnanimo Europam qui protegis ense,
     Quique procul Scyticas cogis abire minas;
Iam Savi ad ripas dirae cecidere Phalanges;
     Procubuitque armis impia Turba tuis.
Ianque Heros cuius fisus virtute triumphas,
     Complet totum Asiae caede, metuque solum.
Perge igitur, quae stante Bizanti in littore Turres,
     Ecce tibi reserat nam Deus ipse fores.
Hic, ubi Threyciae fulgent insignia Lunae
     Chris iadum vindex erige stegna Crucem.
Addetur sic Occiduis Eva coronis
     Laurus, digna tuis utraque serta comis.
Nau tibi post tot Avos damni datur ultio, quod iam,
     Intulit Ausoniis frater uterque plagi.

Note

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