< Monarchia
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Dante Alighieri - Monarchia (1312)
Traduzione dal latino di Marsilio Ficino (1468)
Libro III
Libro II - Capitolo XI Libro III - Capitolo I

Indice del libro III

  •  Capitolo I 
Proemio del terzo libro della Monarchia di Dante, et preparatione a mostrare che l’autorità del monarcha overo inperio dipende da Dio sanza alchuno mezzo.
Che Iddio non vuole quello che ripugnia alla natura.
Come tre generationi di huomini fano resistenza a quello che in questo libro s’intende di provare, che è che l’autorità dello inperio dipende da Dio sanza alchuno mezo. Le quali generationi sono queste: el papa et alcuni altri pastori, la prima; diverse generationi di sacerdoti et riligiosi prusuntuosi, ingnioranti et cupidissimi, la seconda; alcuni altri chiamati decretisti, ingnioranti di teologia et filosophia, la terza.
Confuta certe hoppenioni colle quali alcuni inpugniano contro alla autorità dello ’nperio.
Confuta che la figura de’ figliuoli di Giacob, cioè Levi et Giuda, non è figura del pastore et del monarcha.
Confuta che Samuello nella Scriptura non fighura el papa, et Saul non fighura lo inperadore.
Confuta che ·llo incenso et l’oro che ·ffu portato da’ Magi a Cristo non fighura nel pastore la signioria delle cose tenporali et spirituali.
Che quel detto di Cristo a Pietro nel Vangelo, «Ciò che tu legherai e scioglierai in terra sarà leghato e sciolto in cielo», non denota però che ’l sucessore di Pietro per concessione di Dio possa solvere le leggi e dicreti dello inperio et ancora solvere et leghare le leggi et dicreti del tenporale ghoverno.
Che’ due coltelli di Pietro nel Vangelo di Lucha non denotano né significhano el regimento spirituale et tenporale.
Che la concessione di Gostantino inperadore a Santo Salvestro papa di Roma et d’altre degnità d’inpero, secondo el detto d’alcuni, non è di ragione; et però el sucessore di Salvestro non le può dare ad altri.
Che quel detto d’Aristotile nel X della Metafisicha, ’Tutte le cose che ·ssono d’un genere si riducono a uno, che è misura di tutte le cose che ·ssono sotto quello genere’, non conchiude che in quanto alle cose tenporali lo ’nperadore sia sotto el papa.
Pruova che ·lla autorità dello inperio non è dal papa, per questa ragione: che quello sanza l’essere del quale è altra cosa, quell’altra cosa da questa non dipende.
Pruova che ·lla chiesa non à virtù di dare autorità al prencipe romano, perch’ela non l’ha né da ·dDio, né da ·ssé, né da altro inperadore, né da tutto el consentimento de’ mortali, né dalla magiore parte.
Che quello che è contro alla natura d’alcuna cosa, non è nel numero delle sue virtù.
Che ·llo inperadore à rispetto santa mezo a Dio, prencipe dello huniverso.



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