Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Il diletto terreno | La fontana | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Lirici marinisti - Liriche di Maffeo Barberino
II
OCCHI CASTI
Mortal bellezza ascoso il foco tiene
per assalir chi ’l guardo non reprime.
Ahi, mentre cauto a terra non s’adime,
ratto l’ardor li scorre entro le vene!
Ch’è varco l’occhio al cor, onde sen viene
l’imagin de l’oggetto e vi s’imprime.
Se dunque fia che sua salute stime,
schivi mirar lá dove non conviene.
Alle pupille l’uno e l’altro lume
delle palpebre tien pronto lo schermo,
ch’a tempo è di celarle arbitro e donno;
come vergini in sacro chiostro ed ermo,
che di velarsi il volto han per costume,
sí che non vedon né veder si ponno.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.