Questo testo è stato riletto e controllato.
Vedi, Nice, quel monte? Egli è Vesevo Questi, che spiega a l'aure ali splendenti
Questo testo fa parte della raccolta Federico Meninni

IV

CONSOLATORIA

A donna che invecchia

     Nel vetro lusinghier l’aspetto antico,
poiché Nice mirò, diè varco al pianto,
e ’l fulgido censore, un tempo amico,
fe’ che nel suol precipitasse infranto.
     Poi disse: — Invano a ravvivar quel vanto
di mie guance adorate io m’affatico;
mi cingo invan di prezioso ammanto,
s’oggi il mio volto è di beltá mendico.
     Fatta è difforme, e in questa bassa mole
col dio che in orïente ha d’òr la cuna,
gareggiar piú la chioma mia non suole. —
     Ma Nice, a che biasmar la tua fortuna?
Se con l’oro del crin sembrasti il Sole,
con l’argento del crin sembri la Luna.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.