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Poi il nome, c' hai, ti fa il coraggio altèro Non val savere a cui fortuna ha scorso

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Opinioni e vanti d’utl guelfo e d’un ghibellino sulla prossima discesa di Corradino.

Monte.   Non isperate, ghebellin, soccorso

per la lezion, ell’è fatta ne la Magna.
Schiatta. Or tienti, amico, si nel tutto corso,
che ’l mondo in tutto cosí ci s’affragna?
Monte.   5Certo che si: ché per lo fermo or so
verrete a fine, e chi vi si accompagna.
Schiatta. Tu erri troppo, ché qui non ha forso:
fia de lo ’mpero or tutta la campagna.

Monte.   Giá de l’agnello non si teme morso,

10ché suo morder neiente giá non sagna.
Schiatta. E’ parrá peggio, che leone od orso,
cui morderá, ché giá mai non ristagna.
Monte.   Se pur convèn Carlo pilucchi il torso,
udransi i guai piú lá, che ’n Ispagna!
Schiatta. 15Certo a lo ’mpero gli parrá un sorso
a conquider chi fior di lui si lagna!
Monte.   Gente folle, di cui fate tal festa!
Or non sapete come Carlo paga
in un punto chi gli è incontro o rintoppa?
Schiatta.   20Amico, ora ti lega al dito questa:
la nostra gente è di combatter vaga,
sì che de’ tuoi avranno sol la groppa.
Monte.   Mi par mill’anni pur che siáno al campo:
ché bene avrete, ghebellin, tal scoppio,
25giá mai d’alcun non si rannodrá pezzo.
Schiatta.   Son certo ch’or fia tutto il nostro scampo;
di cui avem danno, fia pagato a doppio:
ch’avem segnor, ca Carlo mutrá vezzo.

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