Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Su la cetra del ciel poeta il sole | Quanto la terra e l'acque han di gentile | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Bernardo Morando
XII
ESTATE E VINO
Non piú benigni raggi, amici lampi
sparge, ma vibra il Sol dardi nocenti:
tacciono in mare i flutti, in aria i venti,
manca il rio, secca il prato, ardono i campi.
Perché da tanto ardor s’involi e scampi,
cerca ogni fèra indarno ombre e torrenti;
par che diluvi il cielo influssi ardenti
e in pelago di fiamme il mondo avvampi.
Arsiccio il suol con tante bocche e tante
quant’apre in lui caverne il fiero ardore,
chiede invan refrigerio al ciel fiammante.
Or chi dunque sará che ne ristore?
Amor no, ch’ei non meno arde ogni amante:
Bacco, sia nostro scampo il tuo liquore.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.