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Volete udir vendetta smisurata Due donze' nuovi ha oggi in questa terra
Questo testo fa parte della raccolta I. Rustico Filippi

VII

Pare rivolto ad una delle due cognate del sonetto precedente.

Non riconoscereste voi l’Acerbo,
ancor che voi il vedeste molto a sera?
Si fareste, ché non fue da Viterbo
4non è ancora una semana intera.
Del compagno noi dico, ché ’I mi serbo,
ché troppo arrosserebbe ne la céra;
in pasto il tegno e tuttavia lo nerbo,
8ché verrá or con via maggiore schiera.
Non ch’io v’aprisse, monna leonessa,
si gran lezzo vi vien per la quintana:
11ch’altri avrá quella peverada spessa.
Molto vi mostravate piemontana;
fatta siete reina, di contessa:
14Frián v’aspetta quest’altra semana.

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