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Che largo sangue, o che sì gran sudori Chi funestò, non ammirata appieno
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti di Gabriello Chiabrera

LXIV

Non sia guerrier, che del sacrato acciaro
     Per temenza di morte il sen disarmi,
     Quando a terra cader fra sì bell’armi
     4È quaggiù trïonfar del tempo avaro:
Per lui superbi s’ergeran di Paro
     Sovr’ampia base, e scolpiransi i marmi,
     Ove auree note d’ammirabil carmi
     8A’ secoli futuri il faran chiaro.
I vecchi infermi additeran quei pregi,
     Ma gli aspri cor della robusta etate
     11Sospirando n’andran l’alta memoria;
Ed ei nel ciel coi trïonfanti egregi
     Fiammeggiando di piaghe alme e beate
     14S’illustrerà di via più nobil gloria,

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