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Questo testo fa parte della raccolta Rime (Cino da Pistoia)
Novellamente Amor mi giura e dice
— D’una donna gentil sì fa riguardo; —
Che per virtute del suo nuovo sguardo
Ella sarà del mio cor beatrice.
Io, c’ho provato poi come disdice,5
Quando vede imbastito lo suo dardo,
Ciò che promette, a morte mi do tardo;
Chè non potrò contraffar la fenice.
S’i’ levo gli occhi, e del suo colpo perde
Lo cor mïo quel poco che di vita10
Gli rimase d’un’altra sua ferita,
Che farò, Dante? ch’Amor pur m’invita,
E d’altra parte il tremor mi disperde
Che peggio che l’oscur non mi sia ’l verde.
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