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I SEMI


i


L’alba sul monte e l’ombra nella valle.
I vermi chiusi ne’ ben fatti avelli,
3piccole mummie, rinascean farfalle.

Le spose uscian da’ bozzoli più belli,
candide e gravi. Col frullar dell’ale
6movean ver loro i brevi maschi snelli.

La savia madre il letto nuzïale
bianco lor tese. Ognuno andava in traccia
9d’una compagna all’opera immortale.

E venne Rosa dalle bianche braccia
nella stanzetta del fecondo rito.
12Recava in grembo i bei rotelli e l’accia.

Rosa ristiè vedendo già fiorito
di semi d’oro, tanti semi, il panno.
15Pensava: Allora avrò l’anello al dito,

non ci sarò, quando rinasceranno...


ii


Sentiva tonfi e scrosci come pioggia
che sferzi i vetri. II primo fior del grano
19scotean laggiù nella sonante loggia.

Prendeva il babbo una mannella in mano
e la battea, voltandola, più volte,
22forte e con garbo, sur un banco piano.

Secche, bell’aspre, già per prime colte,
eran le spighe, e con tre colpi a sesto
25davano fuori il grano lor, disciolte.

Pioveano i chicchi. A Rosa vie più mesto
si fece il cuore. Ah! che il desio rimane
28addietro, spesso, e il tempo va più lesto!

Capì la madre che pensava al pane
delle sue nozze, pallida e sgomenta;
31e disse, volti gli occhi in là: “Stamane

scuotono il grano, ma della sementa... „


iii


E nelle braccia si trovò piangente
l’una dell’altra. “Oh! quello che più costa
35figlia, è la gioia: oh! non si dà per niente!„


“Se ho fatto male, non l’ho fatto apposta!
Lascia ch’io resti qui con te, ch’io stia
38in un cantuccio, ma con te, nascosta...

Non mi mandare, o dolce madre, via!... „

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