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XIX.


O Violetta bella, che ti stai
     Tra foglia e foglia infra la molle erbetta,
     E il suol d’odori e l’aere empiendo vai,
     Vaga gentil vezzosa violetta;
5Sul margo a un sì bel rivo io so che fai:
     Sorta è già l’Alba, il Sol da te s’aspetta,
     Ma non già quel che in Cielo, il carro affretta;
     L’altro mio Sol, che il Sol vince d’assai.
Deh! quand’egli verrà, cortese fiore,

     10Digli, che tante stille onde se’ pieno,
     Non son dell’Alba ma del mio dolore.
E se fia che ti colga, e ponga in seno,
     Scendi alla manca parte, e digli al core:
     Tirsi aspetta pietade o morte almeno.

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