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Più candida del giglio,
E dell’alba novella
Più vermiglia e più bella,
5Più dell’ostro vivace,
Ma del vento più lieve e più fugace;
Perchè, perchè mi sprezzi, e solo allora
Chi’ io chiudo i lumi al sonno
Ne vieni e mi consoli,
10Poi col sonno che parte a me t’involi?
Sai che ad amarti appresi infin d’allora
Che fanciulla venivi
Colla marina Dori,
Tua dolce genitrice,
15Su per l’Etnea pendice
I giacinti a raccorre e le vïole;
Ed io teco venia
Cortese guida alla scabrosa via.
Io n’arsi, e tu crudele
20Di me non ti rammenti,
E i miei pianti non curi, il duol non senti.
Lo so perchè mi fuggi,
Semplicetta, lo so; perchè si stende
Dall’uno all’altr’orecchio il ciglio mio;
25Perchè un frondoso pino
A’ miei gran passi è duce,
E un sol occhio è ministro alla mia luce.
Ma forse così vile
Appo te non sarei,
30Se volessi una volta
Rimirar con più cura il mio sembiante,
O se d’Acide tu non fossi amante.