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SONETTO CVIII.



O pria sì cara al ciel del mondo parte,
     Che l'acqua cigne, e ’l sasso orrido serra;
     O lieta sopra ogn'altra e dolce terra,
     Che ’l superbo Appennin segna e diparte:
5Che val omai, se ’l buon popol di Marte
     Ti lasciò del mar donna e de la terra?
     Le genti a te già serve, or ti fan guerra,
     E pongon man ne le tue treccie sparte.
Lasso nè manca de’ tuoi figli ancora,
     10Chi le più strane a te chiamando inseme
     La spada sua nel tuo bel corpo adopre.
Or son queste simili a l’antich’opre?
     O pur così pietate e Dio s’onora?
     Ahi secol duro, ahi tralignato seme.

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