< Odi (Saffo)
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Saffo - Odi (Antichità)
Traduzione dal greco di Francesco Saverio de' Rogati (1824)
Ode I
Odi (Saffo) Ode II

INNO A VENERE.


ODE I.


O bella Diva Idalia,
     Che da per tutto imperi,
     Che frodi ordisci al credulo
     4Innamorato cor,
Non funestar quest’anima
     Co’ torbidi pensieri;
     Figlia di Giove ascoltami,
     8Solleva il mio dolor.

S’è ver che tu propizia
     Già tante volte e tante
     Volgesti a me dall’auree
     12Sedi paterne il piè,
Vieni, richiesta Venere,
     Alla più fida amante:
     Ah! le mie voci flebili
     16Giunsero un giorno a te.


Sul pronto cocchio ed agile
     Scendevi, o Diva, allora,
     Dagli amorosi passeri
     20Tratta in un punto al suol.
Che, mentre abbandonavano
     L’altissima dimora,
     I bruni vanni e celeri
     24Spesso batteano a voi.

Sciolti dal freno roseo
     Moveano indietro il volo,
     Lasciando te nell’umile
     28Mia povera magion.
E tu fra ’l riso amabile
     Poi la cagion del duolo,
     Tu mi chiedevi, o Venere,
     32De’ voti la cagion.

E quale in seno m’agiti
     Fervida brama il core,
     E in chi destar doveasi
     36Novello amor per me.
Dicevi allor: qual perfido
     Usa con te rigore?
     Saffo, chi mai t’ingiuria,
     40Quel barbaro dov’è?


Ah! se l’ingrato giovane
     Fuggir da te procura,
     Or or pentito e docile
     44A te ritornerà:
Darà i suoi doni in cambio,
     Se i doni tuoi non cura:
     Sarà per te men rigido,
     48Quel che tu vuoi farà.

Vieni, pietosa Venere,
     Che co’ soavi accenti
     Il cor da tante angustie
     52Già sollevasti allor.
Vieni, e per te sia libera
     L’alma da’ suoi tormenti:
     Seconda, o Diva Idalia,
     56I voti del mio cor.

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