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Udii nel cuore un grido, alto... Nel lume
del sole era silenzio, era soltanto
sempre più forte il murmure d’un fiume:
4dell’immortale fiume Xanto.
Vivi di quella sola ansia del luogo
gli eroi pareano, stando già sui cocchi,
e i lor cavalli, torvi sotto il giogo
8nell’immobilità degli occhi.
Gli occhi eran volti là nel mezzo al ringhio
del Sauro figlio dell’Arpia Podarghe,
a cui fremeano sopra il bianco cinghio
12dei denti le narici larghe.
Parlava, il Sauro. Erano lancie in alto,
in alto sferze tremolando appena;
e il Baio frenando nei garretti il salto
16scavava accanto a lui la rena.
Curvo dal cocchio sino al giogo Achille
udia da presso la vocal sua fiera.
Si riflettean tra loro le pupille
20di tra la chioma e la criniera.
E la sua fiera gli dicea che infranto
gli era il ritorno. E tutti i cuori invase
l’amor lontano e il subito rimpianto
24dei figli e delle eccelse case.
E in cuore alcuno lontanò sul mare,
nè più le briglie, ma reggea le scotte,
col vento in poppa, e già vedea brillare
28dei fuochi nell’azzurra notte.
Parlava ancora, ma l’Erinni al Sauro
ruppe la voce che finì in nitrito
come il nitrito umano d’un centauro
32che in guato fu da un Dio ferito.
Rispose Achille; e il Sauro a lui la testa
volse e l’orecchio acuto come strale,
come se gli narrasse una tempesta
36suo padre, il Vento occidentale.
LO SO, rispose. E un raggio di tramonto
tacitamente per le bronzee file
passò, mentre sonò dall’Ellesponto
40un ululato femminile.
Allora il grido sopra l’ululato
levò, che scosse al grande Ilio le porte
e d’uno sbalzo avventò contro il fato
44i due cavalli della morte.