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Io t’amo, o tarda bacca selvatica,
che non maturi se non nell’intima
cucina, pendendo in corimbi
4più su delle dita dei bimbi.
Te il più ritroso porta tra gli alberi
familïari, ed ultima, e piccola
ma cara, il villano ti coglie
8pensoso al cader delle foglie;
e tu, mentre urlano aspre le raffiche,
ricordi ai bimbi chiusi che ronzano
per casa come api nel bugno,
12le rosse ciliege di giugno.
Rosea ma lazza come la vergine
che sul materno palpito s’educa,
tu ami la casa tranquilla,
16tu ami il camino che brilla.
Maturi lenta come la vergine,
che un dì qualcuno stacca dai rosei
fratelli; e poi liba con lieto
20stupore un suo miele segreto.