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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri


Oh s’io potessi all’onorato monte
     Giunger col tardo piede ov’ho il pensiero,
     Or che di novo lume eterno e vero,
     Van le tue rime, Ulipio, adorne e conte!
5So ben, ch’udrei tra ’l verde lauro e ’l fonte
     Dolce cantarle il cigno stesso altero,
     Cui già correan nel bel tempo primiero
     Le ninfe d’Arno ad ascoltarlo pronte.
Vedrei da Febo accorle, anzi nel grembo
     10Porle di Gloria, e per maggior suo scorno
     Mostrarle al Tempo, e ragionar con lui
Queste pur fien tue spoglie e fregi tui,
     Quando vedremo a quel tuo carro intorno
     (E ten rallegra) il gran Petrarca, e ’l Bembo.

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