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Si mi castrò, per ch'io non sia castrone S'io veggio in Lucca bella mio ritorno
Questo testo fa parte della raccolta XVIII. Ser Pietro de’ Faitinelli

XIV

Soffre nel trovarsi esule da Lucca caduta in soggezione dei pisani

Onde mi dèe venir giuochi e sollazzi?
onde mi dèe venir molti con risa?
onde, se non tormenti d’ogni guisa?
4onde mi dèe venir, se non ch’io impazzi?
Avròe mai novelle, che mi agazzi?
No, secondo che ’l mio cuore s’avvisa:
che veggio Lucca mia castcl di Pisa,
8e’ signor fatti servi de’ ragazzi.
Veggiola ontata, nuda ed abitata,
non da lo suo antico abitatore,
11ma da color, che l’hanno si guidata.
E non mi par veder fronde né fiore
di far cosí per fretta la tornata:
14ond’io porto asto grande a chi ci muore.

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