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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Ruggero Calbi
I
Or che del lustro ottavo alfine omai
Son giunto, do un’occhiata al tempo scorso,
Ed al presente, che ’l vital mio corso
Affretta, ed è di pria più ratto assai;
5E seco trae gl’empi piaceri, e i guai
Che soffrii, per non porre ai sensi il morso
Indi fa cenno a Morte, e invan soccorso
Chieggio, e mercè, che non s’ottenne mai.
Onde grido: oh felici Giovanetti,
10Ch’aprite gl’occhi a sovraumano lume,
E soffocate i caldi, e ciechi affetti!
Misero me, che in preda a rio costume
Parmi, che in me rivolga uniti, e stretti,
E tempo e morte inesorabil Nume.
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