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Ovunque giri, il popolo si lagna
Di fame estenuato e di dolore,
Tal che il Lazio le Marche e la Romagna
Sclaman con voci ch' escono dal core :
 
5Lascia lascia il vincastro e la degagna,
Non esser più pastor nè pescatore ;
E a far fiorir la squallida campagna
Prendi l' ufficio ormai d' agricoltore.

Non vedi dilagar gl’ impervii fiumi?
10Col farvi i ponti a meritar t'affretta
Il nome di pontefice che assumi.

Ché, se segui a regnar del mondo a danno,
O il titolo di papa non ti spetta,
O noi pur griderem — Pap' è Satanno ! —

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