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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Domenico Lazzarini


III


Ovunque io volga in queste alme beate1
     Pendici il guardo, altro non veggio intorno
     Che vero onor di tanta gloria adorno,
     Che n’avrà invidia ogni futura etate.
5Là nacque chi di Roma alle pregiate
     Opre diede scrivendo eterno giorno,
     Talchè, a par degli Eroi, n’ebbero scorno
     Le Greche penne d’alto stile ornate.
Quà chiuse i giorni il più soave Cigno,
     10Che mai spiegasse in altro tempo il canto,
     Onde il nome di Laura anco rimbomba.
O colli avventurosi! O ciel benigno!
     O pregi eterni! Quanto chiari e quanto,
     Siete per sì gran culla e sì gran tomba!

  1. Padova, culla di T. Livio, tomba di Petrarca.

Note

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