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10 il volta alpinista

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alessandro Volta, alpinista.djvu{{padleft:14|3|0]]ancor sôrto l’alpinista. Ecco perchè l’opera alpinistica del Volta, che, guardata alla odierna luce, potrebbe sembrare ristretta e di poco momento, diventa, all’opposto, gigante e benemerita, se si considera in rapporto all’epoca in cui fu esplicata.


I viaggî del Volta, ho detto, furono parecchi. Cominciò nel 1777, e fece un viaggio per la Svizzera, l’Alsazia e la Savoia. Verso la metà di settembre del 1780 effettuò un breve giro in Toscana; ed in tale occasione si recò ad esaminare i celebri terreni ardenti di Pietramala, che si trovano sulla via da Bologna alla vetta del Covigliaio, da cui si discende a Firenze. Frutto di questa sua gita fu la Memoria sopra i fuochi de Terreni e delle Fontane ardenti in generale, e sopra quelli di Pietra Mala in particolare, inserita nella raccolta delle Memorie della Società Italiana (tomo II, anno 1784, pag. 662), poi negli Opuscoli scelti sulle Scienze e sulle Arti, ecc.[1], (tomo VII, anno 1784, pag. 231) e da ultimo nella Collezione delle Opere sue (Firenze, 1816, tomo V, pag. 271 e seguenti). In questa memoria il Volta spiega il perchè fu indotto a visitare quei fuochi, già descritti prima di lui dal Ferber e dal Dietrich[2], e cioè, per constatare «de visu» se realmente venivano prodotti da aria infiammabile, com’era indotto a pensare in seguito a quelle descrizioni, e per accertare il continuo sgorgo di tale aria attraverso la terra, in un con le circostanze che lo promuovono. Non è materia del presente studio il riassumere la dotta memoria: vai tuttavia la pena di riferirne la pagina che tratta, come dice l’autore, della «ispezione del locale» poiché, se questa non ha caratteri propriamente alpinistici, è pur sempre una bella ed importante passeggiata attraverso l’Appennino, checché ne abbia pensato, nel 1701, l’Addison, che la disse «mortalmente noiosa»![3].

«Pietra Mala è un piccolo villaggio, che si trova alla più grande altezza della strada che mette da Bologna a Firenze.

  1. Fu questa una raccolta importantissima di lavori scientifici, iniziata nel 1775 col titolo: Scelta di opuscoli interessanti tradotti da varie lingue (Milano, Marelli). Se ne pubblicarono in due anni 36 volumi in-12, e nel 1777 fu fatta dal Galeazzi una seconda edizione in 8 tomi in-4. La raccolta si continuò nel 1778 sotto il titolo di Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti (Milano, Marelli) e proseguì fino al 1803, con 22 voi. in-8. Due altri volumi in-4, stampati dall’Agnelli e compilati dall’Amoretti, apparvero nel 1804 col titolo: Nuova scelta di opuscoli interessanti sulle scienze e le arti, tratti dagli Atti delle Accademie, ecc.
  2. Gian Giacomo Ferber, naturalista tedesco del secolo scorso, viaggiò l’Italia e scrisse una serie di lettere sulla mineralogia del suolo italiano, che poi vennero pubblicate a Praga nel 1773. Quelle lettere furono tradotte in francese dal barone Dietrich, che vi aggiunse molte note (Strasburgo, 1776), e dal Raspe, pure con note in inglese (Londra, 1776).
  3. “After a very tedious Journey over the Apennines.„ (Remarks on several part of Italy, etc. in the years 1701-1703 (Londra 1741).
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