< Pagina:Alessandro Volta, alpinista.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

il volta alpinista 23

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alessandro Volta, alpinista.djvu{{padleft:27|3|0]]viaggio si provvede degli strumenti adatti per compiere le necessarie osservazioni. Egli stesso ci avverte di aver portato con sè: «1°) due barometri portatili perfettissimi, fabbricati da codesto macchinista di Milano Marco Saruggia alla sua maniera, colla scala mobile e con adattati i termometri di correzione secondo il celebre signor De Luc: coi quali barometri ci proponevamo di misurare le altezze a cui saremmo saliti, seguendo il metodo del predetto fisico. 2°) Un eudiometro d’invenzione di codesto professore don Marsilio Landriani[1], fatto fabbricare da lui medesimo e da lui medesimo esperimentato e datoci per buono, col quale strumento intendevamo far saggio della salubrità dell’aria delle diverse stazioni. 3°) Un piccolo apparato per far l’aria infiammabile e le esperienze colla pistola ad aria infiammabile di mia invenzione. 4°) Una provvisione di molti capi per le diverse esperienze, cioè di mercurio per i barometri e per altri usi; di acqua forte per fare collo stesso mercurio l’aria nitrosa all’uopo delle prove eudiometriche, e per conoscere le pietre calcari; di calamite per conoscere le pietre ferruginose, d’acciarino per le selciose, quarzose, ecc.».

Come si vede, portando seco tutti questi strumenti e corpi — che pur dice «pochi» — il Volta aveva sopratutto l’intenzione di compiere in montagna, colle misure altimetriche, molte esperienze di fisica, nonchè osservazioni di meteorologia, petrografia e geologia. A proposito poi di quest’ultime, modestamente si esprime così: «Quanto alle osservazioni sulle pietre ed altri minerali, siccome la brevità del tempo non ci avrebbe permesso di approfondirci in simill ricerche, e d’altra parte ben conoscendo io d’essere in questo studio quasi neppure iniziato, non che poco versato, sono stato contento di quelle osservazioni più ovvie e generali relative alla Geografia fisica che ci si presentavano: come di conoscere e saper distinguere le montagne calcari, quelle di schisto, le altre di granito, quelle fatte di breccia o ciottolame fluitato, le arenarie, ecc.; d’apprendere a ben ravvisare e definire il quarzo, gli spati, la mica, ecc.; profittando in queste e nelle ulteriori cognizioni dei lumi ed insegnamenti del sullodato abate Venini, di questa parte della Storia naturale più che mai

  1. Landriani Marsilio, conte, maresciallo di Corte del duca Alberto di Sachsen-Teschen in Vienna. Visse alternativamente a Vienna ed in Italia; fu socio corrispondente dell’Accademia di Parigi. Scrisse per l’appunto Ricerche fisiche intorno alla salubrità dell’aria (Milano, 1775). Il suo eudiometro consisteva in una campana di vetro graduata posta sull’acqua e nella quale, secondo la proposta di Priestley, si mescolava aria atmosferica con un volume eguale di protossido d’azoto, ed un quarto della diminuzione di volume era calcolato come ossigeno.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.