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il volta alpinista 71

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Sotto a’ tuoi pie’ profondi abissi, e densa
  Caligin miri; intorno un mar di nevi,
  E d’ombre pinta la pianura immensa.

Il dotto sguardo allor tu rivolgevi
  Ai varî ordigni, onde le varie tempre
  Sai del foco scoprir, dell’aure lievi;
 
A quegli ordigni, che a te fidi sempre
  Soglion predire il dì futuro, o splenda
  Sereno, o in pioggia si disciolga e stempre.

E a chi più nota mai fu la stupenda
  Del liquido metal virtude, e quale
  Ne’ vitrei tubi inchiuso or salga or scenda?

Pur qual, mirando, alto stupor t’assale.
  Ch’oltre una spanna esso discese, e meno
  Di due nel tubo sostenersi or vale,[1]
 
Nell’alto tubo, che un aperto seno
  Mentre offre all’aria, il varïabil peso
  Bilanciando di lei ti scopre appieno.

Nell’altro angusto tubo esso è pur sceso
  Sì, che segno non sol d’acuto gelo,
  Ma della morte di natura è reso;[2]

Quindi è che ninno in quell’estranio cielo
  Di terra o d’aria abitator vedesti,
  Nè fronda, od erba di vivace stelo.

Debil arde la fiamma, ch’ivi desti,[3]
  E d’ignea canna il fragoroso tuono
  Par che sopito nel gran vano resti.[4]

Tali i prodigi e i cambiamenti sono
  Che a te primier fu di scoprir concesso
  La ’ve Natura sovra l’orbe ha trono.

Ma chi dirà quel che soffrir tu stesso
  Dovesti da languore insuperabile
  Non pur le membra, ma lo spirto oppresso?


  1. Il mercurio nel barometro era disceso dai 27 pollici a 16. (N. d. V.).
  2. Il termometro anche al sole, nell’ora del mezzodì e dopo, era sotto il limite della congelazione. (N. d. V.).
  3. La fiamma d’una lucerna d’Argan, che in 14 o 15 minuti faceva bollir l’acqua in una caffettiera al piano, ve ne impiegò 30 a fare altrettanto colassù, quantunque l’acqua per bollire vi acquistasse soltanto 66 gradi invece dei soliti 80. (N. d. V.).
  4. Lo sparo di una pistola non fece più rumore d’un piccolo razzo. (N. d. V.).
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