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il volta alpinista | 73 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alessandro Volta, alpinista.djvu{{padleft:79|3|0]] sure appena tornato a Ginevra, e pubblicò, con l’aggiunta di alcune osservazioni ed esperienze fatte sulla vetta, in opuscolo. Tale Relazione il geologo ginevrino inserì poi testualmente nel [1]
- ↑ (e così è intitolata) tra le Ghiacciaie di Boissons e del Montanvert nella Savoia. Reputo far cosa grata al lettore riportandola per intero.
La Vergine che al Sole il crin dispoglia
De’ più fervidi raggi, aperta ancora
Del suo bel tetto non gli avea la soglia,
Quando a me venne un sogno in sull’Aurora
Di forme così belle e sì distinto,
Che maggior lume il ver mai non colora.
Da gran montagne io mi vedea ricinto,
Che dar pareano assalto al ciel superno,
Tanto le acute cime avean sospinto.
Tra lor biancheggia un ampio ghiaccio eterno
Presso cui ride giovine verzura,
Che nulla teme sì vicino verno.
M’appressai desïoso; e qui la dura
Neve con l’una, e qua con l’altra mano
Biondissima io toccai spica matura.
Multiforme è quel ghiaccio: in largo piano
Si stende qui, là fassi alta muraglia,
Altrove sembra un bianco mar, se invano
Non move agli Austri l’Aquilon battaglia
D’orribili urli armato e d’aspri fischi,
E che un’onda s’abbassi, e l’altra saglia
E qui sorge in gran torri, e in obelischi
Termina strani, e là tu vedi aprirsi
Di cerulee fessure orridi rischi,
E le candide punte colorirsi,
Mentre dal cielo opposto il Sol raggiava
D’una porpora tal che non può dirsi.
Con maraviglia muta io riguardava,
Quando mi scosse un così gran fracasso,
Ch’io mi volsi a colui che mi guidava;
E seppi come dirupato al basso,
Svelto dal proprio peso o pur dal vento.
Era un vasto di neve antico masso;
E che sepolto pria quasi che spento
Sotto forse potria l’uomo infelice
Col tugurio restarvi, o con l’armento.
Mentre il buon condottier questo mi dice,
Non però spaventato il pie’ s’arresta,
Ma seguo a costeggiar l’alta pendice.
Poi ci mettemmo in mezzo a una foresta
Di larici, di pin, d’abeti folta,
Che al ciel piramidando ergon la testa
Quindi uscimmo in bel prato ove raccolta
Era gente leggiadra, eran donzelle.
Che non temêr la via scoscesa e molta