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94 rime varie

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In stalla, ivi a lor leggi il foglio mio,
Che non ben dal letame si scompagna:
Ma, s’ei rider vi fa, ben l’ho scritt’io.[1]178

[2]

LXXXIII [cx].[3]

Bellezze della lingua toscana.

Deh, che non è tutto Toscana il mondo!
Che il tanto lezzo almen, che in lui[4] si spande,
Saria temprato aíquanto dal giocondo
4 Parlare, a un tempo armonïoso e grande.
In dolce stile, a nullo altro secondo,
Qui tal favella, cui nutriscon ghiande:[5]
Oltre Appennino, anco il gentile è immondo,
8 Se voci a dir suoi sensi avvien ch’ei mande.[6]
Non parlerò degli urli maledetti,
Che che Sarmati,[7] Galli, Angli, e Tedeschi
11 Son di vestire il lor pensiero astretti.
Ben è gran danno, che ignoranza inveschi[8]
Ora pur tanta i parlator sí pretti;[9]
14 E nulla in lor, che[10] il vuoto sono, adeschi.


  1. 178. Per il suo soggetto e per il suo svolgimento.
  2. chi e mezzo un arciprete. — Altro nostro, della nostra comitiva.
  3. Questo sonetto fu scritto il 7 di agosto, tra San Marcello e Modena.
  4. 2. In lui, nel mondo.
  5. 5-6. Intendasi: qui anche l’infima plebe parla in maniera insuperabile.
  6. 7-8. Le persone gentili – vuol dire l’A. – fuori dell’Italia, se emetton voci per esprimere ciò che sentono, non si possono stare ad ascoltare, fanno orrore. A parte la riconoscenza che noi dobbiamo all’A. per le sue stesse esagerazioni d’italianità, ognun vede quanto le sue parole sien disformi dal vero, ché francese, inglese e qualunque altra lingua hanno particolari bellezze che non possono da nessuno essere disconosciute. Né qui solo e nel Misogallo l’A. cade in esagerazioni, ma anche nell’Autobiografia; leggansi, p. es., queste parole del cap. 17° dell’ep. IV: «Piuttosto versi italiani (purché ben torniti) i quali rimangano per ora ignorati, non intesi, o scherniti; che non versi francesi mai, od inglesi o d’altro simil gergo prepotente, quando anche ne dovessi immediatamente esser letto, applaudito ed ammirato da tutti. Troppa è la differenza dal suonare la nobile e soave arpa ai propri orecchi, ancorché nessuno ti ascolti, al suonare la vil cornamusa, ancorché un volgo intero di orecchiuti ascoltanti ti faccia pur plauso solenne».
  7. 10. I Sarmati erano un’antica popolazione a nord del Ponto Eusino.
  8. 12. Inveschi, impigli.
  9. 13. Sí pretti, sí puri.
  10. 14. Che, se non, eccetto.
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