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di vittorio alfieri 135

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Sotto essa ruota, innumerabil gente
Insana io veggio, o ignara, od ambe insieme,[1]
Che con mani bramose all’ali estreme
8 Tenta afferrarsi del paléo[2] fuggente.
Schiomata[3] Donna intanto, in nubi assisa,
Cieca torreggia,[4] e col suo mobil piede
11 Del perpetuo rotar l’ordin divisa.[5]
Chi Dea, chi Donna, e chi un Demòn la crede,[6]
Solo il Saggio un Fantasma in lei ravvisa:
14 E chi la segue, assai men ch’essa vede.

CXXXIX.[7]

Dinanzi ad un mulino.

Bello ed util del par, fervido Ordigno,
Quattro immense impernate ali rotanti
Spiegando, ei quivi allaccia i figli erranti
4 Del Dio, ch’è in mare all’uom talor maligno.[8]
Ratto aggirasi intanto alto macigno,
Cui mille ruote stridule assordanti,
D’una in altra se stesse propaganti,[9]
8 Dan moto stritolante aspro ferrigno.
La grave mola[10] i cereali aurati
Doni infrange, che infranti altrui dan loco,
11 Cadendo in bianca polve trasmutati.
Esce da questo industre[11] aéreo giuoco
Quel pane poi, che al povero i magnati[12]
14 Contrastan spesso, o il dan malvagio e poco.


  1. 6. Ambe insieme, insana ed ignara al tempo stesso.
  2. 8. Il paléo, la ruota.
  3. 9. Schiomata, coi capelli disciolti, o con pochi capelli, sí che è difficile afferrarla.
  4. 10. Torreggia, si inalza come una torre.
  5. 11. Divisa, dirige il continuo girar della ruota.
  6. 12. Dante (Inf., VII, 91):
    Quest’è colei ch’è tanto posta in croce
    Pur da color che le dovrian dar lode
    Dandole biasmo a torto e mala voce.
  7. Nel ms.: «31 gennaio, a cavallo, a Choisy e Villejouit».
  8. 3-4. A Choisyleroy, la Marna si getta nella Senna: i figli erranti di Nettuno, talvolta nemico dei marinari, sono i fiumi.
  9. 7. Che propagano il moto una all’altra.
  10. 9. Mola, macina.
  11. 12. Industre, ingegnoso.
  12. 13. I magnati, i potenti: eco, forse, delle voci che dovevano giungere allora frequenti all’orecchio dell’A., e che erano come il brontolío della non lontana bufera.
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